La storia di Elena e le sue 'gambe rotonde'
Un lieto fine che lascia però l'amaro in bocca
Dopo l’annuncio social da parte dei genitori di Elena: “Cercasi sedia a rotelle bianca con i fenicotteri rosa stampati sui copriruota. Qualcuno l'ha "rapita" vicino pizzeria gourmè in via G. Errante. Elena non può andare a scuola... per favore. Fatecela trovare”. Dopo i tanti messaggi di solidarietà, dopo aver allertato le forze dell’ordine, poi finalmente la buona notizia: “Grazie al senso civico di un cittadino/a, la nostra Elena ha riavuto le sue gambe rotonde”.
Eppure, nonostante siamo sinceramente felici per Elena e la sua famiglia, resta addosso l’amarezza per tali gesti. Non è la prima volta che ci troviamo a dover scrivere di simili faccende, e probabilmente non sarà neppure l’ultima. Un gesto becero privo di umanità che in qualche modo - al netto di tutti coloro che la famiglia si è premurata tempestivamente a ringraziare: “Grazie tante anche a chi si è interessato ed ha avanzato proposte di riacquisto della sedia offrendosi come sponsor. Un pò di società che vogliamo è anche questa”, ci fa dire e pensare che il lavoro da fare in questa società è ancora tanto e profondo, basilare. Non sappiamo molto di come siano andati davvero i fatti, intendiamo dire, se dolosamente sottratta oppure dimenticata e benevolmente presa in carico con l’intento di riconsegnarla il giorno seguente. Ad ogni modo, una riflessione riteniamo doverla fare. Considerando entrambe le suddette ipotesi, giungiamo ad una delle due conclusioni: O siamo una società di stronz*, o siamo una società di diffifent*. Ad ogni modo, non ce la passiamo benissimo. Non crediamo sia una questione di generazione, perché non crediamo ce ne sia una migliore dell’altra. Ognuna ha le proprie peculiarità ed i propri ruoli. Tutte in posizione di reciprocità l’un l’altra. Una generazione tramanda, un’altra eredità. Le buone maniere, ad esempio, che fanno pendant con l’educazione. Pertanto, dovremmo riuscire a crescere persone per bene, gentili, oneste, umili, generose, accoglienti. Dovremmo impegnare le nostre forze per essere quotidianamente persone decenti, nel significato principe del termine. Perché, forse, è davvero tutto quello che ci serve per migliorare la realtà in cui viviamo. Per abbattere le nostre paure. Sradicare i pregiudizi. Per rendere la vita meno faticosa. Per esser umani, tutt*.