Informazione, disinformazione e controinformazione
Evoluzione e decadimento della lettura e del pensiero critico
<<Chi crede non pensa, chi pensa non crede>>. La prima impressione è che sia semplicemente uno scioglilingua; ma in realtà già nel XIX secolo un illustre pensatore come Arthur Schopenhauer aveva prestato attenzione alla necessità di riflettere sempre bene prima di credere ciecamente a quello che viene detto. Soprattutto quando quello che viene detto dovrebbe corrispondere alla verità assoluta in quanto espressione di un autorevole giornale o di un esimio giornalista; liberi da ogni condizionamento esterno e deontologicamente super partes. Dovrebbe!
Pochi anni fa se volevi approfondire un argomento di attualità in maniera concreta, dovevi necessariamente leggere un giornale (la vecchia carta stampata) oppure seguire con attenzione almeno un telegiornale. Fortunatamente, in nome della libertà di stampa, abbiamo ancora la possibilità di scegliere quale testata giornalistica seguire.
Giornale di destra, giornale di sinistra. Diceva un vecchio giornalista trapanese che i giornali vanno letti “al contrario”. Il che non significa che bisogna leggere sottosopra, ma che è necessario crearsi una propria opinione leggendo anche e soprattutto il parere dell’orientamento politico nostro oppositore.
E veniamo ai giorni nostri. Ormai la contrapposizione costante ce la ritroviamo sempre e soltanto tra le notizie veicolate attraverso facebook e le non-notizie etichettate con l’inglesissimo “fake news”. Insomma, una guerra tra sciocchezze vere (le prime) e sciocchezze false (le seconde). A questo punto rimpiango seriamente il vecchio detto “vox populi vox dei”; era popolare, ma almeno aveva valore soltanto per quelli che non sapevano leggere.
Ma ormai la nostra società ha scelto di informarsi in maniera più semplice, dedicandosi alle pillole che i social network ci propinano. Sintetiche, veloci, telegrafiche, spesso fantasiose. Vere e proprie “supposte di saggezza”. Vero è, però, che più concisa è l’informazione e più complesso diventa il processo di riflessione. Tanto da annullarsi, spegnendo definitivamente il bisogno di dubitare. Ma, come diceva Oscar Wilde, <<credere è monotono mentre dubitare è profondamente appassionante>>.
In che modo ci salveremo dalla disinformazione che ogni giorno corrompe il nostro pensiero e compra le nostre idee? Io personalmente confido nella controinformazione; strumento che esiste, ma che va attentamente cercato. Perché solo cambiando il modo di leggere gli eventi, saremo in grado di cambiarne gli effetti.