Trapani Shark: stasera parte il campionato contro la Virtus Bologna
Alle ore 20 la palla a due, ma non è soltanto una partita di basket
E venne finalmente il giorno: questa sera Trapani ritrova la serie A.
A1 come si chiamava una volta, semplicemente A o LBA come si chiama adesso.
Era il 10 maggio del 1992 l'ultima volta che si erano incrociate, quando al Palagranata, tra gli applausi scroscianti e incessanti di un pubblico comunque soddisfatto e riconoscente, la Pallacanestro Trapani (targata l'Altra Sicilia) perdeva l'ultima partita dei playout contro Fabriano e salutava il massimo campionato nazionale.
Quell'anno meraviglioso era stato, fino a quel momento, il momento sportivamente più alto raggiunto dalla squadra trapanese: l'essersi potuti sedere al tavolo con i giganti (in tutti i sensi) di allora ha rappresentato, come spesso accade alle nostre latitudini, non soltanto un successo dal punto di vista sportivo, ma l'occasione di riscatto per un'intera città.
Mai più da allora una squadra trapanese, nonostante una tradizione e una passione che comunque hanno continuato ad alimentarsi, è riuscita soltanto ad avvicinarsi a sensazioni simili: una squadra che si è consegnata alla storia di questa città e il cui ricordo, dopo oltre trent'anni, è ancora vivido nella testa di chi ha avuto la fortuna di esserci.
Inutile fare nomi, perché occorrerebbe citarli tutti, indistintamente, da Garraffa a Benvenuti, da Reggie Johnson a Bobby Lee, da Mannella a Davide Lot, passando da Martin e Piazza, ma anche dello "zio Pino Cardella" o dell'architetto Todaro, tutti hanno portato la loro personale mattonella e, raramente, nella storia degli sport di squadra, si è potuto assistere ad un esempio di attaccamento, unione, coesione, osmosi, di un gruppo e di questo gruppo con la città.
Ma si sa, siamo gente del Sud, che più Sud non si può, quando facciamo le cose le facciamo per bene.
Trent'anni sono quasi una generazione, ma è cambiato praticamente tutto. Non c'è più il Palagranata, alcuni all'epoca erano bambini, altri sono i figli, altri inevitabilmente non ci sono più, altri ne hanno soltanto sentito parlare e non capiscono perchè, a noi "anta" ci luccicano sempre gli occhi tutte le volte che ci ripensiamo.
Che fu fondamentalmente un regalo.
Oggi inizia un'altra Storia che è totalmente diversa. Oggi si inizia a scrivere un nuovo libro, il cui meraviglioso prologo è iniziato lo scorso anno, con una stagione clamorosamente vincente, che ha riportato Trapani nell'Olimpo del basket italiano.
Ma oggi non è un regalo: oggi Trapani si risiede al tavolo delle grandi ma ci si siede con una consapevolezza diversa, quella di una squadra che sa di non essere di passaggio.
Il presidente Antonini ha, in poco più di un anno, costruito una società che punta alla perfezione, sportiva e organizzativa. E fin qui sta avendo ragione lui. E' sicuramente l'artefice di tutto questo e, al di là di ogni altra considerazione, questo gli va riconosciuto e, soprattutto, è un dato di fatto.
Sono tempi diversi, oggi si parla soprattutto di budget, di programmazioni, di investimenti, di infrastrutture, di sostenibilità. Non basta essere semplici tifosi, oggi occorre (quasi) una laurea in economia per essere al passo. Anche il basket è sostanzialmente cambiato, ma alla fine ci sono sempre cinque contro cinque e una palla da mettere nel cesto, almeno una volta in più dell'avversario.
Stasera il Pala Shark sarà uno spettacolo nello spettacolo e soprattutto comincerà a sentirsi improvvisamente piccolo. Quello che fino a qualche anno fa era una fredda (e anche bruttina) cattedrale nel deserto, da oggi diventerà una bolgia, un crocevia di emozioni e passioni.
Sold out! Certamente il primo di una lunga serie, a prescindere dall'avversario.
E infine, siccome lo Sport è capace di regalare incroci ed emozioni che raramente possono essere previsti o prevedibili, oggi sarà anche il giorno di un Trapanese Capitano della Squadra della sua Città, Marco Mollura (nella foto Trapani Shark ) che quel 10 maggio del 1992 non era nemmeno nato e che stasera proverà probabilmente l'emozione più intensa da quando è un giocatore di basket.
E sarà anche il giorno del ritorno a Trapani di uno che Trapanese lo consideriamo a tutti gli effetti e che, di fatto, non è stato possibile salutare come avrebbe comunque meritato lo scorso anno, Daniele Parente.
L'allenatore che detiene (e probabilmente lo farà a lungo) il record di presenze sulla panchina granata e che lo scorso anno, per tre quarti di stagione, ha guidato, a suon di record la squadra che ha poi, con Diana, conquistato la serie A. Ma queste sono storie di Sport. Oggi torna per la prima volta da avversario, lo fa rientrando dalla porta principale che è la Virtus Bologna, una delle grandi storiche del basket italiano, accanto al suo amico Luca Banchi, guarda caso anche lui passato da Trapani, a riprova che questa città, cestisticamente, c'è sempre stata. Ma avversario, per lui è una parola troppo grossa.
Si comincia stasera alle ore 20, ma in realtà non è neanche così, perché è già mentalmente cominciata da giorni...
In bocca al lupo Trapani Shark.