Oggi è il giorno del rito più amato dai trapanesi di ogni generazione

Storia ed emozioni della processione dei Misteri che si rinnova da secoli

Oggi è il giorno del rito più amato dai trapanesi di ogni generazione

di Alberto Costantino

Immaginare Trapani senza la Processione dei Misteri è impossibile. Essa fa parte della vita, del costume, della fede e anche del folclore di tutti i cittadini.

La notte tra il venerdì e il sabato Santo, quando la tradizionale e monumentale "macchina" dei Misteri si prende un attimo di respiro, prima di snodarsi attraverso il dedalo del centro storico e portarsi verso la chiesa del Purgatorio, è il momento della vera "commozione. I portatori sono seduti per terra, scalzi, con i piedi pieni di vesciche, ma soddisfatti di godersi i gruppi "schierati". La folla invece rimane lì, con il suo vociare, con il suo insistente guardare i gruppi, momentaneamente abbondonati. E allora si odono le voci dei “semenzari”, dei venditori di palloncini, che non stanchi di vendere, porgono ai bambini un attimo di un gioco di un tempo che fu. In coda ai gruppi vi sono tante donne, giovani e meno giovani, tutte vestite di nero. Stanno a contemplare e pregare l'immagine della Madonna, che avvolta nel suo mantello nero, piange la morte del figlio sul calvario.

La durezza della notte, cui spesso si aggiunge un pizzico di pioggia e vento, suscita ai più un brivido di tristezza. Sono attimi che si ripetono da quattrocento anni e che sempre riescono a suscitare sentimenti di grande emozione.

Sono le ore 14.05 e davanti al portone della Chiesa delle Anime del Purgatorio la vara della Madonna viene “annacata” dai fedeli che non ne vogliono sapere di far rientrare e mettere fine all’ennesima Processione dei Misteri di Trapani. La marcia funebre insiste, la gente piange e la vara fa un passo avanti e uno indietro fin quando la banda non finisce di suonare l’ultima nota: a questo punto la folla commossa applaude e pian piano il grande portone della Chiesa si chiude. La gente vorrebbe farla riaprire e continua ad applaudire e piangere, ma ormai la processione è terminata. Se ne parlerà il prossimo anno.

La memoria storica dei Misteri è lontana e forse va ben più in là dei quattro secoli in cui di solito viene fissata. Probabilmente è la diretta discendente della Processione del Cereo di cui si conosce un documento datato nel 1499 e scritto da Ferdinando II il Cattolico di Sicilia con il quale si invitava il viceré Don Giovanni De La Nuza a provvedere il da farsi per la Processione. La data in cui si tramutò in "Festa dei Misteri", perché cosi veniva chiamata, è, e rimane incerta.

 La Sacra Rappresentazione ha comunque il suo prologo dalle manifestazioni teatrali sacre che tra il `200 e il `300 venivano propinate in Francia e in Germania e a ogni fine crociata. La Processione cominciò, infatti, per emulazione, e sicuramente fu in Siviglia (Spagna) che essi ebbero il primo svolgimento. La correlazione con la lontana Trapani è spiegata dalla presenza spagnola in terra di Sicilia, appunto nel tredicesimo secolo. Ma alcuni storici, come il Cammareri vanno oltre.

Le relazioni commerciali che nel periodo si sono intrecciate tra Spagnoli e Genovesi, e tra Genova e Palermo e quindi Trapani, fanno propendere che la tradizione possa essere stata inculcata alla popolazione attraverso questo scambio di tradizioni e cultura.

Lo spirito della manifestazione, infatti, si adatta allo stile spagnolo, che andava a passo, quasi funebre, nello svolgersi di un rito religioso divenuto popolare. Questo tipo di processione si diffuse cosi in varie parti della Sicilia, tra cui Marsala, Erice e Nicosia In un primo momento si trattò di personaggi (vedasi la processione del giovedì Santo a Marsala) poi si passò alle "macchine". Dalla Passione animata quindi si passò a quella inanimata. Si montarono così delle Statue su assi di legno che poi vennero chiamate "bare" o "vare".

 All'inizio del XVII secolo, forse nel 1612, cominciò quella tradizione di fede e folklore che è giunta fino ai giorni nostri. Le Statue uscirono, infatti, dalle fiorenti botteghe artigiane della nostra città a partire appunto dai primi decenni del `600 fino al 1772, data in cui furono ultimate i gruppi della Spoliazione e della Sentenza.

La processione si snodava attraverso il dedalo del centro storico e originariamente le Statue erano 18. Solo alla fine del XVII secolo se ne aggiunsero altre due, l'Addolorata e l'urna con Gesù morto. I Sacri Gruppi e la Processione erano affidati alle Maestranze, ovvero le associazioni Arti e Mestieri per conto di cui i Misteri erano stati costruiti ed erano custoditi nella distrutta chiesa di 5. Michele Arcangelo, dove oggi sorge l'attuale Istituto Tecnico Commerciale, e sede dell'allora omonima Confraternita. Le Statue, in tela e colla, sono opera di artigiani e scultori abili che seppero dare a ogni gruppo una mirabile mimica del gesto e una grande passionalità.

Tra essi ricordiamo Mario Ciotta, autore del primo gruppo la "Spartenza" e de "Lavanda dei piedi"; Baldassare Pisciotta autore di "Gesù nell'orto", la Negazione" e "Gesù dinanzi ad Frode"; Francesco Nolfo autore de "La caduta del Cedron"; Antonio Nolfo autore de "La coronazione di Spine' e "La deposizione"; Giuseppe Millanti autore di "Ecce homo" e "L'Addolorata"; Domenico Nolfo autore de "La sentenza", "La spoliazione" e la "Ferita al costato"; Giacomo Tartaglia

autore de "Il trasporto al Sepolcro". A questi vanno aggiunti, Domenico Li Muli, Giuseppe Cafiero, Alberto Fodale e Vito Lombardo che ricostruirono e restaurarono alcuni gruppi distrutti dagli eventi bellici.

La processione si snodò, fino alla sosta per la seconda guerra mondiale, entro le mura della città Riprese venerdì 19 aprile del 1939 e si trascinò per l'intera giornata. Nel 1947 cambiò itinerario. Per la prima volta e non senza polemiche, usci fuori dal centro storico per inoltrarsi nella Via Fardella, Dopo la distruzione della chiesa di San. Michele Arcangelo, i gruppi subirono una vera peregrinazione, cambiando di continuo sede. Furono prima ospitati dalla chiesa di San Giovanni, poi in quella del Purgatorio quindi San Domenico e infine fecero ritorno alla chiesa, oggi oratorio del Purgatorio, da dove anche quest'anno usciranno. Come tradizione apriranno la Processione gli incappucciati della Confraternita di S. Michele Arcangelo (oggi senza cappuccio per ordinanza vescovile) seguiti dai venti gruppi che sfileranno al suono delle marce funebre, introdotte solo all'inizio dell'800. Lo spettacolo è grandioso e va di pari passo alla folla che si contende con gli occhi un piccolo spazio di fede.