La Shoah e il perdono postumo

La Shoah e il perdono postumo

A ridosso di questo 27 gennaio 2021, giornata della Memoria, per commemorare le vittime dell'Olocausto, istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il  1º novembre 2005, preceduta cinque anni prima dal Parlamento Italiano con Legge n. 211 del 20 luglio 2000, Emanuele Filiberto ha scritto una lettera alla comunità ebraica per chiedere scusa della firma alle leggi razziali del suo bisnonno, Vittorio Emanuele III. Noemi Di segni, Presidente dell’Unione della comunità ebraica italiana ha replicato, invece, che più che chiedere scusa va ribadita la condanna. Un atto, quindi, forse superfluo quello del reale , e  sicuramente tardivo 83 anni dopo. Ci sono cose che non sarebbero dovute succedere. Mai.
Secondo la concezione ebraica il perdono ha tre elementi distintivi: 1. l’obbligo di perdonare è sottoposto al pentimento e alla richiesta di persona da parte di chi ha compiuto l’offesa; 2. non tutte le colpe possono essere perdonate; 3. non è possibile perdonare a nome di qualcun altro.
Ciò che invece si può e si deve fare è quello di continuare a ricordare affinché nulla si ripeta. Raccontare per conoscere e riconoscere le tracce d’odio. Testimoniare per contrastare l’indifferenza.