Operazione della Guardia di Finanza: i nomi dei coinvolti nell'inchiesta

Operazione della Guardia di Finanza: i nomi dei coinvolti nell'inchiesta

Stamattina la Guardia di Finanza ha eseguito cinque provvedimenti di divieto di dimora nell’ambito di un’operazione che ha coinvolto figure politiche e imprenditoriali di spicco della provincia di Trapani. Tra i destinatari dei provvedimenti vi è Nino Papania, ex senatore e fondatore del movimento politico VIA e dell’MPA regionale. Per lui è stato disposto il divieto di dimora nella provincia di Trapani e nel Comune di Palermo, oltre a restrizioni temporanee nel contrarre con la pubblica amministrazione e a svolgere attività direttive in imprese e persone giuridiche. Stesse misure sono state applicate a Manfredi Vitello e Mario Castelli, mentre per Angelo Rocca è previsto il solo divieto di dimora nella provincia di Trapani, con simili limitazioni amministrative. Filippo Tilotta, infine, è stato colpito dalla misura cautelare che gli impedisce temporaneamente di dirigere imprese o persone giuridiche.

L’indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trapani, è coordinata dai procuratori dell’Eppo, Calogero Ferrara e Amelia Luise, insieme alla Procura di Marsala. Sono 14 le persone raggiunte da misure cautelari, su un totale di 24 indagati. Tra questi, politici attivi o ex amministratori locali dei Comuni di Marsala, Custonaci, Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo ed Erice, che secondo le accuse avrebbero partecipato a un sistema illecito orchestrato dall’ex senatore Papania.

L’inchiesta si snoda in due filoni, seguiti rispettivamente dalle Procure di Trapani e Marsala, e riguarda reati gravi come la frode aggravata, la malversazione di fondi pubblici e il riciclaggio di denaro. Stando alle informazioni trapelate, Papania e altri indagati come Vitello e Rocca sono stati anche sottoposti agli arresti domiciliari.

Al centro delle indagini vi è il movimento politico VIA, che, secondo gli inquirenti, avrebbe utilizzato i fondi destinati ai corsi di formazione per ottenere appoggi elettorali. Diverse persone giuridiche sono coinvolte nello scandalo, tra cui il Centro Siciliano per la Formazione Professionale (CE.SI.FO.P.), l’Istituto di Studi e Ricerche Economiche e Sociali (I.R.E.S.) e l’Associazione TAI, tutte accusate di gestire in modo illecito finanziamenti pubblici.

Secondo gli investigatori, gli enti avrebbero ottenuto fondi europei nell’ambito del Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2014-2020 per oltre 8,7 milioni di euro, destinati a corsi di formazione in ambito sociale, alcuni dei quali mai effettivamente realizzati. Di questa somma, circa 800.000 euro sarebbero già stati usati per spese personali o per finanziare attività politiche del movimento VIA, con ulteriori 2,5 milioni pronti per essere erogati.

Le accuse principali includono l’associazione a delinquere, la frode aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione Europea e la malversazione, con l’utilizzo illecito dei fondi pubblici per fini elettorali e personali. Parte del denaro sarebbe stata riciclata attraverso operazioni finanziarie, nel tentativo di occultarne la provenienza illecita.

Le autorità hanno già disposto il sequestro di circa un milione di euro, corrispondente alle somme indebitamente utilizzate, e il blocco preventivo di circa 8 milioni di euro ancora non erogati.