Arpie ericine, la storia siete voi

La Coppa Italia di handball torna in Sicilia

Arpie ericine, la storia siete voi

Domenica 5 febbraio, dieci minuti dopo che gli arbitri avevano dato il fischio d’inizio della finale di Coppa Italia di pallamano femminile tra SSV Brixen e AC Life Style Handball Erice, ho abbassato il volume della telecronaca. Tutto. L’ho proprio tirato giù e ho preferito stare faccia a faccia con il televisore in silenzio. E questo per due motivi molto semplici: il primo – il più banale, se vogliamo - è che ero un po’ stufo di sentir dire che il giorno prima Salerno aveva giocato male, che Salerno non aveva giocato alla sua altezza, che Brixen non era partita bene, che Brixen non stava giocando alla sua altezza. Tutte cose così. Ero stufo di stare ad ascoltare due che, davanti a un microfono, non avevano mai ammesso, manco mezza volta, che forse la causa di tutto quel demerito di Salerno e Brixen potesse essere dell’avversario. Della Handball Erice, nella fattispecie. Il secondo motivo invece è che mi ero appena reso conto che non avevo bisogno di telecronache. Che, in quel momento, mi avrebbe disturbato qualsiasi audio di sottofondo. Fosse stato anche Vasco Rossi, per dire. Sì perché la musica la stavano facendo già in campo le nostre ragazze. La musica la stavano suonando loro. Quel modo di muoversi come un unico corpo, di pensare come un’unica mente, era già una sinfonia perfetta, come fosse suonata da un’orchestra sinfonica. Tutto qua. Domenica 5 febbraio non ho guardato una finale di coppa. Ho assistito a qualcosa di molto simile a un concerto con tanto di standing ovation finale. Meravigliose “terribili” ragazze.

E adesso?

E adesso c’è da fare un po’ di spazio.

Tra Aristide Zucchinali e Nino Barraco, tra Mario Piazza e la storica Velo Trapani, tra Vincenzo Italiano e tutti gli quelli che, in passato, si sono messi sulle spalle questa nostra terra, questo nostro sale, e l’hanno portata in alto, c’è da fare un po’ di spazio per queste ragazze. Per queste campionesse dell’Handball Erice.

C’è da fare un po’ di spazio per Chana, Marianela, Savica, Lorena, Valentina, Giulia, Martina, Silvia, Antonella, Beatrice, Hanna, Melina, Rebecca, Karichma e per tutte le altre ragazze (chiedo scusa se ne ho scordata qualcuna ma siete tutte nel nostro cuore) e per il loro staff a partire da Margarida Conte. C’è da fare un po’ di spazio per questa grande società, dal presidente fino al magazziniere, che ha bruciato tutte le tappe e ci ha preso a schiaffi il cuore.

E adesso non ci sarà da stupirsi se qualcuno di noi, dilettandosi con il Bartezzaghi di una Settimana Enigmistica, di punto in bianco si ritrovi al quaranta orizzontale la definizione “La AC Life Style della pallamano”, tredici lettere. HANDBALLERICE.

E adesso (sognare con costa nulla) può anche succedere che il Pala Cardella non basti più per contenere la bolgia di persone con una nuova grande passione nel petto.

E può anche succedere che questo sia solo l’inizio. Perché da oggi la storia siete voi.

Su il volume!

La storia siete voi, ragazze. Nessuno si senta offeso.

Arpie ericine, la storia siete voi