Trapani, mozione Foibe: la reazione dell'UDI
La lunga lettera di Valentina Colli
Una mozione del centrodestra consiliare, in particolare proposta dal consigliere Nicola Lamia di Fratelli d’Italia su iniziativa del circolo FdI di Erice, ha scatenato le reazioni ideologiche di quella parte di società trapanese che si riconosce in valori progressisti e/o di sinistra. Ovvie e consequenziali le prese di posizione della segreteria DEM del capoluogo a sostegno della proposta emendatrice della consigliera Passalacqua, doverose (in un certo senso) quelle della Presidente dell’Unione Donne sezione di Trapani, Valentina Colli.
E’ lei, in effetti, ad organizzare assieme ad altre persone, il progetto del “Treno della memoria” che porta gli studenti trapanesi a rendersi conto di persone dell’orrore dei lager nazisti. La questione sorta in consiglio comunale non poteva, in effetti, non scomodarla. Ecco la sua perplessità: “Dal 2019 ad oggi, ogni qual volta presentiamo il progetto “Treno della memoria”, non manca mai la controffensiva “e allora le Foibe?”. Una controffensiva chiaramente ideologica, sottesa a voler sminuire un evento “sgradito” ad una parte. Ieri, in Consiglio Comunale, si è consumato lo stesso siparietto al contrario: “e allora la Shoà?”. Occupandomi del “Treno della Memoria” da diversi anni – ma anche da storica e da insegnante – mi sembra necessario dover puntualizzare ahinoi l’ovvio. La Memoria è patrimonio universale, a prescindere dai perimetri politici ed ideologici, perché la Storia appartiene all’umanità. Ma la Storia non è solo un evento, una data, una tesi e una sintesi. La Storia è occasione, ricordo, linguaggio, insegnamento e monito. Ha dei propri percorsi, metodi e strumenti. E ci sarà un motivo per cui gli stessi testi scolastici sono suddivisi in capitoli: perché ogni evento, coi suoi protagonisti, ha delle caratteristiche ed una propria dignità. Dice bene la consigliera Passalacqua, nel sottolineare che oltre al “Giorno del Ricordo” esiste la “Giornata della Memoria”. Dice bene a voler impegnare l’amministrazione su questo fronte – impegno che Giacomo Tranchida ha sempre sposato col “Treno della Memoria”, quando ha economicamente potuto… forse le consigliere erano distratte! – ma si ferma un passo indietro e non alza l’asticella. Non trovo niente di strano, inusuale o ardito nella mozione di Nicola Lamia nel chiedere un impegno per la divulgazione e la memoria per le vittime delle Foibe. Non vedo nemmeno la necessità di emendarla con un benaltrismo anche questo post ideologico, a voler mettere una bandierina. Era un’altra la proposta che si doveva fare: approvare la mozione di Lamia e proporne un’altra, più articolata, di maggiore respiro, più ambiziosa, che impegnasse l’Amministrazione a creare e sostenere iniziative strutturate e sistemiche per la divulgazione della Memoria, del Ricordo e della conoscenza di tutte le vittime delle Guerre, dei genocidi, dell’odio dell’uomo. E la scelta è purtroppo molto vasta, dalla persecuzione di Sinti e Rom, dagli orrori nel Darfur, agli indiani d’America, al Cile, ai più contemporanei conflitti nella Striscia di Gaza. Ma l’asticella resta sempre bandierina e chi si occupa di difendere, divulgare e rafforzare la Memoria e la Storia resta sempre solo“.