Ati idrico Trapani, l'ombra di un commissariamento romano

Audizione in IV commissione, i 25 comuni della provincia ancora senza gestore unico

Ati idrico Trapani, l'ombra di un commissariamento romano

L'Assemblea Territoriale Idrica che riunisce i 25 comuni della provincia di Trapani, già commissariata dalla Regione poco meno di una settimana fa, potrebbe passare dalla gestione commissariale siciliana ad una gestione commissariale romana. Un commissariamento dietro l'altro, però, si rischia di perdere le ingenti risorse dei fondi europei. Una situazione paradossale emersa stamani a Palermo nel corso della audizione, innanzi la IV commissione dell'ARS, convocata su richiesta della deputata trapanese Cristina Ciminnisi (M5S) proprio per discutere della situazione idrica in provincia di Trapani. Presenti i sindaci dell’ATI, dirigenti del dipartimento acque e l’Assessore Giovanni Di Mauro.

«Una audizione – spiega la deputata trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, componente la IV commissione – che avevo chiesto nel novembre scorso proprio per favorire un percorso condiviso con la Regione che portasse l’ATI della provincia di Trapani fuori dall’impasse in cui si trova da anni. Speravo che l’Assessorato regionale mostrasse un minimo di apertura verso l’ATI per superare una situazione difficile, anche sul piano economico finanziario, che non ha ancora consentito l’individuazione dl gestore unico».

Rosaria Barresi, dirigente regionale ed ex assessore regionale all’Agricoltura, il 21 marzo scorso è stata nominata commissario straordinario dell'ATI idrico Trapani con il compito di traghettare i 25 comuni  verso l’individuazione del gestore unico. Un percorso ad ostacoli fin dall'inizio, reso ancora più ostico da un contenzioso instaurato tra gli enti locali e la Regione, finito addirittura innanzi la Corte Costituzionale.

«Il Governo regionale - dice Ciminnisi - da un lato ha nominato l’ennesimo commissario, oggi grande assente all’audizione, dall’altro scarica sui sindaci della Provincia la totale responsabilità di uno stallo, di cui a fare le spese sono sempre e solo i cittadini, costretti a fare i conti con i disservizi atavici del servizio idrico».

«Una situazione – conclude la deputata trapanese – che paralizza gli investimenti sulle infrastrutture a valere sui fondi europei e che, nonostante questo, non vede alcuno sforzo interlocutorio da parte dell’Assessorato regionale, probabilmente già orientato verso altre “soluzioni” ministeriali, ormai prefigurate come ineluttabili. Se così fosse l’assessore Di Mauro ci dica esplicitamente se intende attendere l’ennesimo commissariamento dell’ATI che esautorerebbe definitivamente i 25 sindaci trapanesi».

L'ultimo passaggio del comunicato della deputata trapanese è quanto mai chiaro. A Palermo potrebbe fare comodo che a togliere le castagne dal fuoco sia un commissario individuato da Roma. Un commissariamento, però, che taglierebbe fuori, questa volta definitivamente e con limitate possibilità di interlocuzione politica i sindaci trapanesi.