«Sbarcate le attrezzature di soccorso o vi arrestiamo»
L’ordine della Guardia Costiera di Trapani alla Mare Jonio dell’Ong Mediterranea
“Vietato salvare vite in mare”. E’ questo in parole povere l’ordine ricevuto dai volontari della Mare Jonio dell’Ong Mediterranea. L’imbarcazione può tornare in mare ma “senza le attrezzature e gli equipaggiamenti imbarcati a bordo per lo svolgimento del servizio di salvataggio”, come disposto dalla Capitaneria di Porto di Trapani. Pena? Multe, ma anche l’arresto fino a tre mesi.
Il provvedimento è stato disposto in seguito ad una visita ispettiva condotta dalle Autorità Marittime italiane a bordo della Mare Jonio. Dopo un'ispezione lunga, approfondita e severa, iniziata lo scorso 22 agosto e conclusa il 6 settembre, sono stati rinnovati tutti i documenti che consentono all’imbarcazione di Mediterranea di navigare, ma è stata ancora una volta negata la sua certificazione come nave "da salvataggio”.
Nonostante il riconoscimento dell’imbarcazione per l'attività di ricerca e soccorso sia stato certificato dal Registro Navale Italiano (RINA), essa non risponderebbe ai criteri di due circolari emanate dalle autorità nel 2021 e nel 2022, che richiedono particolari caratteristiche tecniche dello scafo.
“In questi anni – si legge in una nota dell’Ong Mediterranea - pensavamo di averle viste tutte nella insensata guerra dei governi italiani contro il soccorso civile in mare: i codici di condotta e i porti chiusi, i controlli strumentali e le detenzioni tecniche, le inchieste per favoreggiamento e le multe milionarie, da ultimi gli sbarchi selettivi, i porti lontani e gli ingiustificati fermi amministrativi.
Ma con l'assurdo ordine impartito alla Mare Jonio di sbarcare i dispositivi di soccorso si fa un ulteriore passo nella direzione della disumanità: che senso ha imporre a una nave, che si prepara a navigare nel tratto di mare più pericoloso e mortifero del pianeta – conclude la nota - dove oltre 2.300 persone hanno perso la vita dall'inizio dell'anno, di privarsi di salvagente, battelli gonfiabili, farmaci ed equipaggiamenti medicali e quant'altro è necessario per salvare vite umane in pericolo? Questo ordine è per noi semplicemente oltraggioso e inaccettabile, così come la minaccia di conseguenze penali per i nostri armatori”.
Redazione
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