Cattura Matteo Messina Denaro: perquisito anche il reparto di oncologia del Sant'Antonio Abate
La posizione del primario Filippo Zerilli è al vaglio degli inquirenti
Proseguono le indagini degli inquirenti per ricostruire la rete di protezione che ha favorito la latitanza del boss Matteo Messina Denaro, arrestato lunedì scorso all'interno della clinica La Maddalena di Palermo.
I carabinieri del comando provinciale di Trapani hanno perquisito il reparto di oncologia dell'ospedale Sant'Antonio Abate, alla ricerca del primo esame istologico del latitante malato di tumore al colon.
Al vaglio degli inquirenti, in queste ore, la posizione del primario del reparto, Filippo Zerilli, assente il giorno della perquisizione per malattia.
Gli investigatori stanno vagliando anche la posizione di altri medici che hanno avuto in cura il latitante. La domanda è se fossero a conoscenza della vera identità di Andrea Bonafede.
Sulla vicenda è intervenuto il presidente dell'Ordine dei Medici, Vito Barraco.
“Apprendo dalla stampa che alcuni colleghi iscritti all’ordine dei Medici di Trapani risulterebbero coinvolti nell’inchiesta relativa all’arresto del latitante Matteo Messina Denaro - afferma Barraco - pur non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte delle Procure interessate, oggi stesso avvierò l'iter di accertamento di eventuali violazioni del codice deontologico da parte dei colleghi che risulterebbero coinvolti nell'inchiesta giudiziaria”.
"Farò partire - sottolinea ancora il presidente dell'Ordine dei Medici - le convocazioni per i colleghi che risulterebbero coinvolti nell’inchiesta e da qui a dieci giorni sarò io stesso ad ascoltarli, così come previsto dal nostro regolamento nazionale. Una volta redatto il verbale di audizione, lo stesso verrà poi trasmesso al Consiglio di disciplina dell’Ordine che deciderà sull’avvio o meno di un eventuale procedimento disciplinare. Per i reati più gravi il Consiglio di disciplina può anche procedere alla sospensione immediata dall’ordine".
Frattanto Alfonso Tumbarello, il medico di base di Campobello di Mazara, finito per primo nel registro degli indagati per aver curato il superlatitante, è stato sospeso dalla loggia massonica Grande Oriente d'Italia di cui faceva parte. La conferma è arrivata ieri dal gran maestro Stefano Bisi che attraverso una nota ha annunciato la sospensione "a tempo indeterminato da ogni attività massonica" di Tumbarello.