I pontieri dell'era moderna

Editoriale del 21 luglio 2022 pubblicato in prima pagina sul giornale

L’espressione “manuale Cencelli”, molto in voga nel giornalismo che si occupa di politica, ha un’origine quasi romantica. Per risalire al suo conio dobbiamo fare un salto indietro nel tempo andando a pescare quel periodo quando ancora fare politica era una cosa seria. 
L’espressione trae origine dal dal cognome di Massimiliano Cencelli, un funzionario della Democrazia Cristiana. Era il 1967 e serviva un collante fra la maggioranza di allora e la sinistra. Or bene, Cencelli, Sarti e Cossiga fondarono la corrente dei cosiddetti “Pontieri” che funsero proprio da operatori del dialogo fra il Governo e l’opposizione del tempo. Quella corrente, al congresso della DC, ottenne il 12%. C'era da decidere gli incarichi in direzione e Cencelli spiegò cosa successe: “Allora io proposi: se abbiamo il 12%, come nel consiglio di amministrazione di una società gli incarichi vengono divisi in base alle azioni possedute, lo stesso deve avvenire per gli incarichi di partito e di governo in base alle tessere. Sarti mi disse di lavorarci su. In quel modo Taviani mantenne
l'Interno, Gaspari fu Sottosegretario alle Poste, Cossiga alla Difesa, Sarti al Turismo e spettacolo. La cosa divenne di pubblico dominio perche durante le crisi di governo, Sarti, che amava scherzare, rispondeva sempre ai giornalisti che volevano anticipazioni: chiedetelo a Cencelli».
Ch’era bella la politica di un tempo, romantica direi. E poi era intelligente, anche. Politica con la P maiuscola, come si suol dire.
Oggi, invece, i pontieri non esistono più: al posto degli “ingegneri” della politica ci sono i “ragionieri” del sottogoverno.
Vedasi Erice, per capirne di più. 
Articolo a pagina 3. Se siete curiosi, ovviamente.