Come ti combattono gli incendi a Trapani .... secondo John Flamingo

Un altro volo del nostro fenicottero impertinente

Come ti combattono gli incendi a Trapani .... secondo John Flamingo

La vita a Trapani è laboriosa al punto da risultare spesso frenetica. Non hai tempo di riposarti un minuto.
Vi porto un esempio: avevo bisogno di una pausa e così una domenica mattina spiccai in volo per rilassarmi un po'. Del resti cosa cè di meglio di un viaggio in solitaria?
Mi alzai all’alba, presi il mio doppio caffè amaro e partii.
Mi trovavo a sorvolare il monte, per chi non sta in provincia “u munte” cosi chiamato dai trapani-ericini. È lo skyline della provincia e lo vedi da tutti i punti del vasto territorio che si chiama provincia di Trapani. É quasi una stella polare, indica a tutti dove si trova Trapani-Erice.
Dicevo... sorvolavo “U Munte” e mi lasciavo coccolare, scivolando dolcemente tra i delicati soffi delle correnti ascensionali. Chi non vola non può immaginare la  goduria. Da brividi. Per questo capisco il complesso di inferiorità degli umani, espresso in rabbia ed in malo modo nei periodi di caccia.
Comunque, assorto dal panorama e dalla bella mattinata ad un tratto vennni distratto da un rivolo d'aria che arrivava dalla mia sinistra, avvertendolo insolitamente caldo.
Mi parse, per un secondo, di ritornare bambino e i miei ricordi andaro a quando alzai il coperchio della pentola che bolliva allegra per scoprire cosa stesse cucinando la mamma. E udii, altrettanto chiaramente tant’è che mi girai di scatto, l’imperativo urlo di mia madre che ne seguì, perché preoccupata che mi bruciassi.
La sentii urlare ora come allora. Quanto mi manca mia mamma.
Continuai tuttavia a volare quando arrivò un rivolo d'aria ancora più caldo.

E chi scassamento di cabbasisi, un si po’ stare mai tranquillo na sta provincia. C’è sempre una novità. E chi fanno un doimmuno a notte? Chi stanno facendo?

Un calore che, per l’ora e per l’altezza dove ero, pensai che dovesse essere scappato un incendio. Ma non vedevo il fuoco, percipivo solo il calore arrivare sempre piu intenso dalla terra.
Il punto esatto della sensazione strana mi giunse quando ero sopra Valderice, il Comune che guarda il golfo di Cornino. Un quadro dipinto dalla natura, una  emozione per chi vola e per chi vive a quelle altitudini. E sta novità mi disturbò tanto quanto basta per alterarmi l’umore. 

La giornata era iniziata bene. Ero riuscito a prendere pure il doppio caffè amaro. Ma la preoccupazione cresceva in me così come la la domanda: “Voi virire che sta abbrucianno arrè u munte?”
Così, dopo tutti i santi che invocai sperando di sbagliarmi, recuperai la calma che mi consentì di riavermi. Rallentai e scivolai verso il luogo dove vidi esalare i fumi, dal lato ericino.
Il caldo si faceva sempre più intenso man mano che mi avvicinavo ma non ne scorgevo la fonte, ovvero le fiamme.
Incuriosito più che mai mi misi a perlustrare da più vicino quando un rumore acquattato di eliche rotanti spuntò dalle chiome dei pini. Lo vidi per miracolo all’ultimo secondo, quasi mi colpì ma riuscì con un colpo di coda e di fortuna ad evitarlo: un cubo grande quanto come una cisterna d’acqua ai cui vertici vi erano giustapposte delle pale rotanti che, sebbene silenziose, emettevano comunque un sibilo agli ultrasuoni.
Il coso  si aggirava sulla pineta. Un uccello meccanico.
Insomma quelle false copie dei volatili, frutto dell’ ambizione frustrata dell’essere umano che da secoli spera di realizzare.
"E' una storia vecchia, non voleranno mai". Pensai.
Stava succedendo qualcosa di sicuro perché vidi le chiome degli alberi muoversi malgrado non ci fosse il vento, tant’è che nel frattempo altri droni della stessa fattezza del primo sorvolavano circospetti la pineta e spuntavano sovente tra gli alberi.
Allora decisi di atterrare.
Non appena toccai terra gli occhi mi andarono ad una grande tenso-struttura mimetizzata che sembrava una enorme palla infilata a metà nel terrapiano dopo essere caduta dal cielo.
Quasi ci atterai sopra, tanto si sposava bene con l’ambiente, ma riuscii ad evitarla.
E così mi avvicinai.

Sulla sommità della struttura una staccionata metallica sorreggeva un monitor grande ed una serie altoparlanti.
Lessi così a caratteri cubitali sul monitor più grande: “FIRE SIMULATION AREA”.
Una voce rauca e seriosa usciva da uno degli altoparlanti tanto da raggiungermi chiara alle mie orecchie. Ripeteva ritmicamente ed in più lingue: “Get away, simulation in progress, please pay attention”. "Stativi luntani stamo facenno i prove. Stativi accorti. Etc etc."
Rimasi frastornato ed incredulo per quello che lessi e che sentii ma avevo comunque fatto bene ad atterrare perché ciò che carpivo era lo scenario di  un progetto rivoluzionario.
Cosi mi avviai ad entrare quando, ad un tratto, un signore in tuta talmente ben mimetizzata che mi spuntò all’improvviso dagli alberi, avvicinandosi mi disse:
“Cucì si suiddo o un ci sente? O un sai leggere, ah? Un ci poi stare ccà. U capisti? Vattinne di cà… vattinne".
Non è facile vedere e sentire un siciliano arrabbiato. Vi consiglio comunque di non incontrarlo mai. E se lo incontrate evitatelo.

Mi venne la pelle d’oca, modo di dire estraneo alla mia natura, infatti si attisarono le piume, più pertinente nel mio caso. Non ce l’ho con le oche ma non ho la loro pelle e poi loro non volano. Che vi devo dire, mi vergogno a dirlo ma in noi volatili resiste ancora un certo razzismo, difficile da estirpare.

"Scusi?" Risposi infastidito.
"Allora te lo dico in italiano: Fai finta di non capire?" continuò il signore, che sebbene ancora un pò lontano, avvicinandosi incideva sulla mia sicurezza prossimica.
"E che sto facendo di male?" Pensai.
Manco un marziano mi avrebbe trattato così.
Sempre più vicino mi dice: “Non si capisce che è un zona interdetta e che qui lei non può stare?"
Aveva il viso tracciato di verde e marrone, occhiali neri ed auricolari che da un lato faceva scendere sul collo una serpentina che si attaccava ad una  radio trasmittente a sua volta attaccata in uno dei taschini della mimetica.
Sembrava un Marines, gli mancava solo il pugnale tra i denti e poi era uguale uguale.
Tuttavia appena mi fu consentito dalla vicinanza notai dai lineamenti del suo volto dei tratti di faccia familiari che mi rassicurarono un pò.

"Mi scusi mi consenta almeno di farle una domanda.
Ci conosciamo?"
Il militare: “ Se è un tentativo di intenerirmi, le dico che io non l’ho mai visto nè incontrato prima d’ora. Anzi se ne deve andare, subito.”
"Scusi - insistetti con garbo estremo - una domanda e poi me ne vado, giuro".
"Amuni va bene e a patto e parola d’uomo che dopo se ne va?"
Giurai con la stessa sincerità di fedeltà eterna che i marinai ai porti fanno alle loro fidanzate mentre salpano, col viso triste e la lacrima di rito.
Ero riuscito a fare breccia, sorrisi e presi coraggio.
“Scusi signor militare - domandai - che sta succedendo?"
"Mi segua, stia in silenzio e coll’ali calate".
Entrammo nella tenda-palla. Un’enorme struttura conficcata nella terra. Gran parte del suo volume, infatti, risultava sottoterra. Era popolata da ina miriade di giovani in mimetica tutti davanti ad uno schermo.
Per un tratto mi parse di entrare nella base di Cape Canaveral.

Il militare: "Come ti chiami, cucì?"
"John", risposi.
"Sì americano?"
"No, inglese".
"Ok John, va bene lo stesso, sei appena entrato nella prima sede della scuola internazionale dei vigili del fuoco digitali. Quei soldati che tutti seduti e immobili sono i vigili del fuoco del futuro prossimo e del nuovo corpo forestale.
Dopo un lungo periodo di studio per dominare il fuoco senza correre nessun pericolo oggi eseguono la parte più sensibile. L’addestramento finale quello che vedi consiste nel capire fino in fondo le caratteristiche del fuoco e l’energia che esso contiene e nell’interagire col sistema pensiero del drone a loro affidato.
I più bravi, quelli scelti, hanno in dotazione più droni che dopo un adeguato addestramento simbiotico con il personale umano agiscono autonomamente".

Rimasi sbalordito e senza parole.
Pensai a Warren S. Mc Culloch, neurofisiologo e Walter Pitts, un matematico, che nel vicino 1943 descrissero per primi i principi di base necessari per realizzare delle macchine capaci di simulare l'attività cerebrale. Oggi se fossero qui  sarebbero stupiti e anche loro senza parole, non potendo immaginare neanche allora, la potenzialità del loro pensiero geniale e soprattutto non potevano immaginare il processo inverso da uomo a macchina.

Il militare proseguì: "In poche parole, dopo tanti incendi e dopo tante perdite umane in termini di personale forestale, problema annoso in Sicilia, tanto che ne dovevano assumere a migliaia ogni anno per far fronte alla eterna carenza, oggi grazie al sistema messo in atto si eviterà la distruzione dei boschi. Questa innovazione verrà messa in opera soprattuto qui, a Erice-Trapani, capo fila del progetto pilota. Stai vedendo la soluzione definitiva per spegnere gli incendi sul nascere fase evitando la carneficina umana dei forestali. Come sai questi si erano quasi estinti e non se ne trovavano più. Quei pochi che erano rimasti, visti i rischi mortali che si correva nel fare questo prezioso servizio, si rifiutavano di partecipare ai concorsi di assunzione".


Rimasi in silenzio e lo ascoltai con la stessa partecipazione che si ha quando si ascolta il prete la domenica mattina alla messa durante l’omelia.
Era così bello ascoltarlo che mi promisi di andare più spesso alla messa giacchè realizzai che era da tempo che non andavo e quasi non mi ricordavo più tutto il rituale litirgico.

"Cucì ti sei distratto?" il Marines mi richiamò all’attenzione.
"Scusi".
"Volemo finire o voi roimmire cà?"
"No, continuiamo. Scusi."
"Dicevamo dei militari che sono davanti allo schermo. Loro, attraverso una telecamera posta sul pomp-drone... "
"Pomp-drone?" 
"Sì, il drone pompiere. Si capisce, lo abbiamo battezzato con il suono  omonotopeico facilmente comprensibile a tutti, eccetto a lei, mi pare".

Quasi mi avia siddriato, prima un ci piaciu che ero inglese, ora mi classifica quasi scimunito... ma volli soprassedere, ero troppo interessato e curioso.

"Mi segue?"
"Sì, santa pazienza". 
"Dicevo, il pomp-drone rileva, con un termostato sensibile installato, le variazioni di calore anche a lontane distanze e in più, mentre è in volo, individua il punto geografico esatto e le immagini rilevate con la sua cam sensibile a 360° vengono trasmesse al soldato costantemente".
"E che succede?" domandai.
"Cucì, non ti eccitare. Dicevo, se non mi interrompi, che se la temperatura supera un certo punto, la valvola posta sotto la pancia della cisterna si apre e scarica tutta l’acqua che ha e contemporaneamente averte tutti i pomp-droni vicini all’area intetessata, così se lo scarico d’acqua non è stato sufficiente, si avvicinano gli altri e scaricano a loro volta la loro acqua. È così via fino a che l'incendio non è domato".
"Come?" chiesi... e ottenni spiegazioni.
"Si avvicinano tutti i pomp-droni geograficamente sul punto di allerta, tanti quanti ne bastano per spegnere l’incendio. E senza che glielo dice nessuno,  autonomamente. Questo sistema permette di avere sempre tutti i pomp-droni efficienti, in quanto un computer fornisce il numero e la loro efficenza di spegnimento/fuoco, in tempo reale. Possono così essere controllati diversi incendi contemporaneamente. Perché non sprechi pomp-droni".

"Geniale, un sistema geniale" pensai. L’acqua del mare a portata di mano, poi, così che non debbano fare neanche tanto volo per rifornirsi.
Sottovoce: “Scusi un ultima domanda la posso fare?" 
"Sì, fa presto."
"Ma i giorni sacri di Pasquetta. Primo maggio e il 25 aprile?"
"Avevo capito che a lei ci interessava questo, Me l’aspettavo la domanda".
Pinsai, chi militari irritante
"Dunque, il pomp-drone sa distinguere un fuoco da una brace. E per capirlo lei le devo spiegare due cose semplici semplici. Il calore é una forma di energia (è energia termica) trasformabile in altre forme di energia. La temperatura e le proprietà termiche dei corpi vengono spiegate facendo riferimento al comportamento degli atomi o delle molecole che li formano. Salvo casi  particolari, il calore è energia che passa da un corpo a un altro in conseguenza di
una differenza di temperatura ΔT. Spesso si dice “calore scambiato”, ma si dovrebbe dire in modo fisicamente più corretto “energia scambiata sotto forma di calore”. 

"Vediamo se lo capisce meglio così"
continuò il militare, pensando che io fossi un ebete, ma stetti zitto più di prima perché quando c’è da imparare, ascoltare in silenzio è l’arma migliore. 
"Dicevo: il calore è, per così dire, una forma di “energia in transito” che può essere definita solo mentre si trasmette. Per focalizzare meglio questo concetto,  sperando che lo capisce definitivamente perché non ci tornò più, ricorro ad un'analogia, quella della pioggia: la pioggia si può definire come tale solo mentre cade; finché è in cielo, è condensa in sospensione e dopo che è caduta, diventa pozzanghere o corsi d’acqua. Tutto chiaro?" Chiese son tono imperativo.
Risposi d’istinto "Signor sì".
"Cucì, mi pigli in giro?"
Risposi signor no.
Militare: "Lasciamo stare va, che é megghio. Il calore che lei ha avvertito è creato artificialmente di modo tale che, simulando l’incendio, il pomp-drone si mette in azione. Ha capito ora?"
"E come viene creato?"
"Continua a non capire... ma, insomma, ci devo dire proprio tutto. Ma lei veramente curioso è. E vabbè, sopra gli alberi ci sono dei ventilatori che emettono aria-vapore caldo che i computer nella simulazione variano l’intensità di calore, per creare il Delta di temperatura simile al punto di innesco di un incendio".

E continuò: "I cittadini che vanno nei boschi possono d’ora in poi continuare a vivere questi giorni felici ed abbuffarsi di salsiccia, trinche e pasta al forno".
"In che senso, scusi?"
"La brace e i giorni di scampagnate che fa su scuiddao?"
"No, scusi".
E continuò: "Mai privare, signor mio, un popolo delle proprie abitudini. Rimane ormai così poco di umano che se dessimo totalmente spazio alla tecnologia imperversante il futuro sarebbe disumano e senza esseri umani. Le ricordo che i militari addestrati, quelli che vediamo attenti davanti ai monitor, ancora oggi
e non so però per quanto tempo ancora, controllano l’operato di queste macchine pensanti. I Pomp-Drone non sono del tutto autonomi e il loro software necessita dell’ok umano e di fronte alla brace, allorquando qualcuno mette troppa legna e fa aumentare il Delta energetico nei giorni di festa, intervengono i militari impedendo la loro azione eventualmente fuori controllo".

Concluse: "Il sistema drone-essere umano ad oggi rimane il più sicuro".
Mai avrei pensato che le scampagnate potevano rappresentare uno dei principi di salvezza dell’essere umano.
"Abbiamo finito non posso farla trattenere ancora".
"Sì sì, grazie. Un'ultimissima curiosità". Stavolta non chiesi il permesso: "Lei signor Marines somiglia paro paro alla signora Mariuccia, la mia vicina di casa".
Mi guardò fisso negli occhi tanto che mi si impennarono le piume, arrè, tanto era freddo il suo sguardo accompagnato da un silenzio che parse durare una eternità e poi disse: “Sì, sono il figlio di Mariuccia”. 
L’americano, lo sapevo. Che coincidenza. Mi venne quasi voglia di abbracciarlo, lo
conoscevo da tanto da quando era un ragazzo.

"Sono arrivato ieri - mi disse - Ho lasciato l’America perché Trapani ormai è la meta di tutti e non volevo perdere più tempo. Il progetto a me affidato sin dalla fase iniziale ad oggi, Mi ha dato occasione di realizzare questo sogno nella mia terra"

Michiluzzo, come lo chiamava la mamma, era tornato a Trapani dopo la laurea in
Bio-Ingegneria-Informatica con i massimi dei voti, presa in America.
È tanto bravo che per anni ha lavorato alla Nasa che lo assunse ancor prima di laurearsi. Oggi è tornato giustamente a Trapani perché le condizioni sono talmente agevoli che ha potuto realizzare il più grande progetto anti-incendi dei secoli e nella sua Trapani.
Che piacere che provai, d’un tratto mi spogliai dell’antipatia che era cresciuta durante la conversazione con lui e gentilmente lo ringrazia e lo salutai.
Ripresi il volo e mentre salivo nel cielo azzurro lo continuai a salutare. Ripassai nel Delta di calore, sorrisi e pensai che appena arrivato a Trapani, ci devo dire due parolucce alla signora Maria.

Grazie a Michiluzzo e al suo geniale progetto, oggi i trapanesi possono stare tranquilli. Possono serenamente pensare e scegliere qualsiasi bosco, dove andare nei giorni di scampagnata e possono accendere tutte le braci che vogliono.

Alla prossima il vostro John