Il sale e la vita, il commercio e la fatica: in due parole, la bellezza

Oggi vi porterò in un mondo che solo qui a Trapani si può vivere ed è la storia di questa città in questa provincia

Il sale e la vita, il commercio e la fatica: in due parole, la bellezza

L’oro bianco

E‘ primavera, la stagione della rinascita, della vita che riprende nei colori, nei fiori, nelle foglie e negli odori. Ogni cosa ti suggerisce e ti spinge a camminare. Ad uscire.

Posso mancare financo d’estate a Trapani ma, dall’inizio di marzo fino ai giorni rubati dalla vecchia, nessuno e niente mi può evitare di andarci. Oggi più che mai.

Ho saputo dell’inaugurazione di una meraviglia del genio siciliano: una nuova strada litorale tra Trapani a Marsala che lambisce le saline. L'hanno denominata: “La Via dell’oro bianco”.

Sono venuto a sapere della notizia alle 17.00, mentre aspettavo di sorseggiare il mio Low Tea, seduto in poltrona a Londra. Leggevo “The afternoon”, giornale pomeridiano londinese che solerte riporta notizie che accadono di mattina o in tarda mattinata e non aspetta di divulgarle l’indomani. E' un giornale epico a Londra, la cui redazione è popolata da giornalisti in eterna fibrillazione: pare che le notizie passino prima da loro e poi dagli altri.

A titolo cubitale ed in prima pagina, come se fosse l'annuncio di una notizia di un imminente matrimonio tra alieni, leggo: “Trapani: una nuova strada racconta la storia secolare del sale”. Saltai dalla poltrona, a momenti rovesciavo il mio desiderato english tea, raggiunsi il telefono e aprii l’app per acquistare il biglietto aereo, in un battibaleno. Londra Heathrow - Birgi, solo andata ore 7.00.

Non chiusi occhio tutta la notte. Il tempo però, e devo ancora dare ragione ad Einstein, è davvero relativo; soprattutto quando desideri che passi in fretta a dispetto, anzi quanto più lo vuoi tanto, sembra fermarsi. Andai a letto senza cenare, tanto ero in fibrillazione. Alle 4 mi alzai, feci la doccia e chiamato il mio solito black cabs mi recai in aeroporto. Fast check in. Posto 1 fila A.

Salito sull’aereo della Sicilian Airways mi sedetti e, subito dopo, una donna prese posto vicino a me. Io la guardai, lei mi guardò. Ci scambiammo un sorriso, composto come saluto. Andava anche lei a Trapani. Tra le mani reggeva un libro. Decollammo.

Sono curioso, lo sapete. Quella donna molto riservata mi incuriosiva e sebbene non sia mia abitudine disturbare e violare la privacy sacra di noi inglesi, il mio sguardo si soffermò comunque al titolo del libro: "Musica Siciliana, folklore di origini antiche." Lo teneva stretto tra le mani, quasi per nasconderlo.

8.40 Atterrammo in orario. La puntualità è sempre stata uno dei motivi di orgoglio per l'innovativa compagnia aerea siciliana. In aeroporto tutto parlava e indicava la novità del momento. Info-point dedicati, accanto agli altri che raccontavano i soliti monumenti storici e le spiagge della provincia.

Ognuno prese la propria strada e persi di vista la mia compagna di viaggio, silenziosa e riservatissima. Non ci scambiammo neanche uno sguardo per tutto il viaggio. Presi il trenino e andai a casa. Fatta la doccia e preso il mio solito caffè scesi in piazza e, sempre con l'app, noleggiai una bici in Bike Sharing. Le vecchie indicazioni stradali, puntualissime e sempre precise nel condurre i pedoni e i mezzi di locomozioni nelle località indicate, erano state sostituite da percorsi interattivi. Bastava fare il download gratis dell'applicazione "Trapani e vai".

Pensai... "Non ti puoi allontanare da Trapani neanche un secondo che trovi sempre una novità".

Una vocina dal cellulare ti dava la tua posizione e le indicazioni. Digitai allora: "La via del sale". Mi è bastato compiere questo semplice gesto che apparve subito sul display un tragitto e l'applicazione, così, ti guidava. Talmente semplice ed intuitiva che pure gli anziani, come sono io, ci riescono. Salii sulla bella e nuovissima bike, era una giornata di sole, iniziai a pedalare e il vento di maestrale mi aiutò ad andare più veloce verso Marsala. 

Trovai subito la pista ciclabile interattiva. Avevano realizzato davvero un capolavoro. Dopo l'ingresso splendidamente individuabile e curato, si apriva una strada il cui fondo calpestabile era senza cemento e bitume, materiali che tanto nel passato avevano leso l'ecostistema. Lungo il tragitto erano ben distribuite e regolarmente disposte una serie di colonnine. Mi avvicinai ad una di loro, la prima. Potere della tecnologia: appena ti avvicini quel tanto che basta una vocina delicata ti dà il benvenuto e ti informa di ciò che vedi.

Con voce dolce, quell'aggeggio all'avanguardia mi disse: "Grazie di essere venuto a Trapani, Davanti a voi potete ammirare le saline di Nubia, celebre in tutto il mondo per il suo prodotto principale che è l'aglio rosso di Nubia, apprezzato per il suo odore e per le caratteristiche organolettiche. Qui accanto a voi troverete un vassoio e la qui presente gentile sommelier vi può accompagnare in questo viaggio olfattivo e gustativo".

Rimasi sconvolto. Avevano realizzato un viaggio visivo, olfattivo, gustativo. Un viaggio nel viaggio per chi viene a Trapani. Un viaggio che non finisce mai. Assaggiai l'aglio, era una crema che pizzicava appena e scivolava come una seta in gola. Una goduria. La vocina disse: "Grazie per aver assaggiato, le mie colleghe colonnine vi aspetttano più avanti". Ripresi la mia Bike e continuai a pedalare.

I bordi del tragitto erano colmi della vegetazione locale che si preparava per mostrare lo splendore della primavera siciliana in arrivo. Una esplosione di odori e colori. Più avanti un'altra fermata: "Il sale". E subito la vocina della colonnina che si trovava lì: "Quando prendete un pizzico di sale, state assaggiando la storia plurimillenaria di un prodotto della natura che ha avuto una incommensurabile importanza per la sopravvivenza di molte civiltà, non per niente è stato battezzato "Oro Bianco". La vocina poi proseguì nel racconto con i vari significati che il sale assume in ambito religioso, rituale e scaramantico. Da Plinio il vecchio che lo descriveva usato nella lavorazione dell'oro giallo nel "Naturalis Historia" al Geografo Idrisi del 1154 nel "Libro dello svago" cui descrive una salina a Trapani gia a quell'epoca.

Un racconto affascinante come solo la storia sa essere. Me ne andai col pensiero positivo e girandomi verso le saline, vidi i fenicotteri rosa. La mia anima si commosse. Del resto era la mia comunità, la mia famiglia... in qualche maniera. 

Ripresi a volare, pardon a pedalare. L’interpretazione scaramantica del sale mi convinse e mentre andavo verso l’altra fermata pensai: "A Trapani, solo per questo e per nessun altro motivo anche scientifico, non possono prevalere le forze universali negative. Da qui e solo da qui si può ben capire la forza delle idee positive che popolano la mente ispirata di questa popolazione. E Plinio lo sapeva “cum grano salis”….

Mi venne più forza alle gambe e pedalai con più decisione e poco più avanti, quasi arrivato allo Stagnone, vidi un vasto gruppo di persone che stavano per prendere al molo la navetta per Mozia. Su un cartello era scritto: "Da oggi inizia sull'isola il corso per i Canti dei Salinai. L'anima di Trapani raccontata nei versi e nei suoni." Lasciai la bike e mi racai a Mozia, dopo aver attraversato le calme acque dello Stagnone con il battello. Una piccola isola. Sempre presente nella storia e attraversata da tutti i popoli del passato. Al centro di un gruppetto di persone c'era pure la mia silenziosa compagna di viaggio: la misteriosa donna dell'aereo. "John!!, John!!" una mia amica mi chiamava, mentre si avvicinava, lasciandosi il gruppetto alle spalle. "Ciao Filomena. Anche Tu qua?" "Sì" rispose lei. "Ho accompagnato la mia amica Rosa, la direttrice del corso". Mi disse all’orecchio dopo che mi fece cenno di avvicinarmi, forse per non essere considerata spallittera… ( anche io avevo imparato qualche termine siciliano, per capire bene e fino in fondo il significato delle parole: etimologicamente, spallittera, quasi omonotopeica, da chi parla dietro le spalle, in questo caso genere femminile).

"Rosa, hai visto quanto è bella? Se ne andò da qui a Londra per studiare e si è laureta in Storia Antica a Cambridge. Oggi è una esperta mondiale dei canti storici. Ha pubblicato fiumi di ricerca sul canto dei siciliani. Oggi è tornata in sicilia per lavorare definitivamente qua. Ormai grazie a tutto questo lavoro che si sta sviluppando alla cultura e al turismo. Capirai bene, Tutti qua vengono".

Rosa era la figlia di un salinaro. Il più autorevole del gruppo dei salinari, quello che coordina tutto il percorso dell'acqua di mare e quello che assaggia il sale, quello che si chiama Baumè: il primo sale insomma. Il papà aveva fatto della sua vita un solo sacrificio: mandare a studiare sua figlia a Londra. Ora lei è tornata e suo padre non c'e' più. Aveva scritto una cantilena anni fa mentre lavorava nelle saline “u zi Peppe”, così lo chiamavano tutti e di lui avevano un grande rispetto.
“U zi Peppe”. Un padre, una guida. Oggi se fosse qua avrebbe visto ed ascoltato sua figlia. I figli sono il futuro dei padri. Ed oggi sarebbe orgoglioso del suo futuro, “u zi Peppe”: sua figlia, infatti, incantò tutti quelli che l’ascoltavano.
Rosa, a figghia du salinaro, sapeva bene la storia. La sua storia e quella di suo padre e di quelli come lui che alzati la mattina presto chinati tutto il santo giorno per raccogliere ogni granello bianco, donato dal mare di Sicilia. Ogni loro ruga come un grande canyon accoglieva arso ogni loro goccia di sudore, anche lei salata. Cantavano tutti insieme e insieme così lenivano le sofferenze.

Oggi sua figlia insegna il suono del passato per onorare suo padre e tutti i padri che soffrono, per dare una vita migliore ai figli.

Filomena e Rosa, finita la presentazione del corso, se ne tornarono a Trapani. Volli complimentarmi con Rosa, ora che finalmente la conobbi. Le salutai e dissi a Rosa,  a figghia du “zi Peppe”, che ci saremmo incontrati a Londra. Lei sorrise educatamente. Mi salutò.

Restai a Mozia e nel tardo pomeriggio, quasi sera, ammirai il tramonto infuocato che si specchia sulle saline dello stagnone. L’atmosfera calda della sera mi spinse a pensare che a Trapani succede anche questo, accanto alla grande progressiva crescita delle infrastrutture, del turismo, cresce parallelamente l’aspetto umano. 

Me ne tornai a casa, felice.
"Appena torno a Londra", pensai, "lo racconterò ai miei amici ed inviterò i club degli intellettuali e dei commercianti per programmare una serie di incontri. Dopo la Brexit è meglio portarci a Londra una bella quantità di sale. Non si sa mai!"
 
Voi che ne dite???

Alla prossima Il vostro John Flamingo.

(La foto in copertina è di Patrizia Galia ed è tratta dal sito "Fotografia.it")