L'americano in vacanza: "Da Piccadilly a Picca dillo o dillo picca"
Un nuovo racconto del vostro fenicottero impertinente
Oramai mi conoscete, sono un fenicottero che ama viaggiare e o oggi vi racconto uno dei viaggi di un’estate di molti anni fa.
Arrivo a Trapani, all’aeroporto. Colpito dallo scirocco e quasi diluito dall’afa, vengo a sapere che a Trapani avevano aperto un parco archeologici da fare invidia alla Magna Grecia: insomma una vetrina storica rappresentata in tutte le piazze.
C'erano reperti storici riprodotti fedelmente dagli originali: il giovinetto di Mozia, il Satiro di Mazara del Vallo, i templi di Segesta e Selinunte messi uno fronte all’altro, etc etc.
"E’ naturale", pensai, "Trapani è sede della provincia e per tale motivo rappresenta tutti i comuni in cui questo ben di Dio sia orgogliosamente presentato".
Ero mancato dalla città neanche un mese e mi trovai davanti ad una rivoluzione vera e propria. Presi di corsa uno dei tanti treni veloci che collegano Trapani e l’aeroporto e arrivai in stazione e da qui, con un taxi, a casa. Nel frattempo avevo acceso con il telefonino l’aria condizionata di casa mia, perché d’estate tutta la zona è fornita di wi-fi per cui è un gioco farlo. Una fortuna trovare casa fredda, siete d'accordo? Appena entrato mi sono seduto sul divano ed era già sera. Fatta una rivitalizzante doccia cromo e musico aromatizzata, scesi e mi tuffai nella fervida movida delle vie del centro e andai ad ammarare questa novità. Ne rimasi affascinato, era uno spettacolo mozzafiato: ogni monumento rappresentato fedelmente, illuminato degnamente e con gli info point aperti per i turisti numerosi davanti in cerca di informazioni.
Mi avviai con passo compiaciuto in uno dei ristoranti che si affacciano sul mare. Mentre cenavo pensavo: “Trapani e il suo porto marittimo hanno sviluppato una economia senza stagioni. Navi crociere grandi piene di inglesi, francesi, spagnole e puro americane, approdano ogni giorno portando migliaia di turisti. Insomma Trapani è al centro del mare Mediterraneo e per geografia è una punta che si infila nel mare. Vuoi che anche a sbagliare non la insetti? Poi, tutto è organizzato in provincia: un collegamento ferroviario eccezionale da e per l’aeroporto e dalla stazione poi al porto. Facile spostarsi, basta un piccolo salto e godi di tutto il meraviglioso ed unico territorio".
Con la pancia piena di cous cous di pesce, accompagnato da una o due bottiglie di fresco bianco fragrante e tre o quattro bicchieri di Marsalino, compagno ideale per il cannolo scomposto come dessert, feci una passeggiata tra i monumenti illuminati e con questa atmosfera poetica me ne andai a casa e, soddisfatto, me ne andai a letto.
La mattina dopo, ancora coi fumi liquorosi che uscivano dalle narici, mi alzai estasiato. Dovevo incontrare un amico per cui scesi dal letto veloce e andai a fare colazione, in uno dei meravigliosi bar del porto. Sorseggiavo il mio caffè amaro ristretto doppio, abitudine che ormai è del mio essere siciliano a tempo, mentre vedevo attraccare al porto una maestosa nave crociera. Cosi bella che neanche in America e nel resto del mondo ne avevo mai viste. Sul ponte della grande nave bianca i turisti si preparavano per la passeggiata e attendevano l’ormeggio composti, intanto che l’ascensore esterno si affiancasse alla nave. Altri erano in attesa per scendere in alternativa dalla scala classica.
Li vedevo scendere ordinati a gruppetti e in questa magnifica e suggestiva compostezza, incorniciata dallo scenario estivo, sento vociare da uno di loro “John!!!, John!!!”. Era un uomo, sulla scaletta. Mentre scendeva con un sorriso che faceva invidia al sole del mattino, e con il cappello in mano sventolato velocemente in aria, cercava di attrarre la mia attenzione. E ci riuscì.
"John!!!!!. Che fai non mi riconosci?" Continuava a vociare.
Nel mio imbarazzo più totale e con la diplopia alcolica ereditata dalla notte, non riuscivo a metterlo bene a fuoco, a maggior ragione considerato che, col bagliore del mattino, sinceramente non ho mai visto bene in vita mia. E questa cosa, credetemi, con l’alcol peggiora. Non è che bisogna chiederlo ad un medico per capirlo.
Ma, man mano che si avvicinava ad un certo punto iniziai a metterlo a fuoco.
"Chi è?" Mi chiesi.
Era un anziano uomo e doveva sicuramente siciliano: uno che urla e gesticola così è quasi un marchio. Era proveniente direttamente da New York. La nave, infatti, mostrava bandiera americana ed era proveniente dallo stretto di Gibilterra: faceva la prima tappa mediterranea per l’appunto a Trapani.
“John, John Amico mio non ti ricordi di me?”
Sceso con passo veloce arrivò al mio tavolo e senza preamboli si sedette vicino a me ordinando un caffè lungo. Cioè quello che io ho sempre definito il the povero degli americani o come lo definiva un mio caro amico siciliano “broro di puippo”. Imbevibile. Comunque son gusti.
Mentre sorseggiava il caffè bollente Continuava: “John, ci siamo conosciuti molti anni fa a Londra, tu eri un liceale, conoscevo tuo padre, ho cenato a casa tua. A Piccadilly square. Con la buonanima di tuo padre Abbiamo fatto la seconda guerra mondiale, abbiamo liberato l’italia. Oggi sono qui con te. Che gioia rivederti non pensavo mai di incontrarti qui".
Non ricordavo niente, men che meno ricordavo lui.
“John, Trapani è diventata una città meravigliosa, lo è sempre stata ma ultimamente è un punto d’attrazione per le tutte le attività culturali che offre. È una città viva. Insomma, io con la mia pensione ho deciso dopo tanti anni in America di ritornarmene a casa. Sì, qui nella mia città".
Nel frattempo, un gruppo di turisti si avvicina al nostro tavolino ed una di loro, una giovane e bellissima donna, esclama: “Al!!! Andiamo? Non vedo l’ora di conoscere il parco archeologico”.
"Al??? Al, chi???" Pronunciai ad alta voce.
"Sì,sono proprio io Al" - rispose - "Non ti ricordi niente, bravo, bravo lo sapevo che saresti diventato grande, John. Sono Al Balcone, cugino di Al Bacino… e la scuola è scuola. Da Piccadilly a picca-dillo per passare a dillo poco e a non parlare i siciliani sono l’eccellenza per tenere i segreti. E tu sei sei diventato un maestro. Hai capito John?" E se ne andò con la donna così come velocemente era arrivato al mio tavolo. Anzi devo dire di più. Rimasi frastornato: mio padre, io, la mia famiglia, i segreti, Piccadilly? La memoria e l’amnesia conclusi sono le facce della stessa medaglia e ora a pensarci bene nemmeno mi ricordo se l’ho incontrato, questo Al.
Avevo bevuto tanto quella sera e Il Marsala lascia una lunga scia.
Alla Prossima.
Il vostro impertinente fenicottero John Flamingo