Ciao Dom, ci mancherai!

Quando un pezzo della tua famiglia vola in cielo. E ti si spezza il cuore

Ciao Dom, ci mancherai!

Stamattina il mio orologio biologico è andato letteralmente in tilt svegliandomi nel cuore della notte, dopo che ero riuscito a chiudere gli occhi per qualche ora e dopo che intorno a mezzanotte Gianfranco era venuto a casa per porre fine alle sofferenze di Dom.

Nel pomeriggio un’accurata visita e una serie d’esami avevano dato la brutta sentenza di una situazione clinica irreversibile.

Ed in attesa dell’alba mi scorrono le tante immagini trascorse assieme al nostro Dom in questi dieci anni che è stato con noi, da quando cucciolo di qualche mese lo abbiamo portato a casa dandogli il nome di Dom, che è anche la radice di Domus, la casa dei latini, oltre che a ricordare le epiche gesta di Fandango.

Ed uscito fuori in veranda senza che lui si avvicina e ti fa le feste in attesa che gli metti da mangiare mi ha dato la sensazione di una casa vuota, di una Domus più povera e più sola.

Sono sicuro che Dom ieri sera ha sentito tutto il nostro affetto prima del distacco, lo dicevano i suoi occhi profondi che guardavano quelli nostri inumiditi da un inevitabile pianto, ed anche se mancavano Luca e Chiara li avrà sentiti vicini ugualmente.

Quando muore un affetto nasce al suo posto inevitabilmente un rimpianto che non è facile cacciare via.

Ti senti con gli occhi gonfi e non ti vergogni e neppure ti meravigli perché, tanto lo sapevi già che ti sarebbe successo.

Lo sapevi già che avresti pianto fin da quando, osservavi ingrigire i suoi peli sul muso, fin da quando i suoi occhi, sempre più opachi, intristivano, Dom è stato attaccato alla vita finché ha potuto, fin quando ha capito che non aveva senso aggiungere mesi, giorni, ore inutili alla sua sofferenza e si è lasciato andare.

E noi ci siamo fatti coraggio, leggendolo nei suoi occhi e con gli occhi umidi e il cuore a pezzi lo abbiamo lasciato andare.

Mille delicate e irripetibili sensazioni ci ha saputo regalare, ma non mi va di raccontarle per non entrare nella retorica e impantanarmi nell’enfasi.

Allora le custodisco nel mio cuore è nella mia mente ora che le piogge hanno cancellato sul viale del giardino le ultime impronte delle sue zampe, mi piace pensare che anche per i cani ci sia un aldilà, fatto naturalmente di solo paradiso dove possa continuare a correre e a giocare spensierato come ha sempre fatto.

Francesco Sciacchitano