Lu Zitu di Calamonici, chi manciava li ciciri cu la furchetta

Disconosce l’alterità

Lu Zitu di Calamonici, chi manciava li ciciri cu la furchetta

di Antonio Carcerano

 

Il mitico “Zitu di Calamonici”, chi si manciava pi pariri chiù finu di lautri li ciciri cu la forchetta è una similitudine popolare di un prototipo Siculo. Una metafora azzeccata che nella mia infanzia, narrava nonna Marianna. 
Un atteggiamento, di quella Sicilia che pensavo fosse ormai trapassata e defunta.
Credevo, sbagliandomi, che oggi fosse oramai assodato che vivessimo in un’era ed in una società della tolleranza.
Ma a ben guardare, leggendo sui social, ascoltando in giro “Lu zitu di Calamonaci “è redivivo più che mai, ancora presente, ed emerge spesso nel nostro tessuto sociale.
Per tolleranza, come recita il vocabolario on line si intende: la capacità fisica o spirituale di sopportare, il permettere o l'accettare idee e atteggiamenti diversi dai propri, il dimostrare comprensione o indulgenza per gli errori o difetti altrui anche quando si disapprovano, tese a garantire la pacifica convivenza tra l'uno e l'altro.
Il prototipo dello Zito di Calamonaci che mangiava li ciciri cu la furchetta per darsi un tono e assumere una posa, voli fari capiri come direbbero a Mazara, ma non solo, chi lu pidocchiu avi la tussi, ma è pure abbondantemente assittatu n’capu la cartedda di la munnizza da pidocchiu arrinisciuto.
Lo zito in questione di solito è pure autoreferenziale, e non perde mai un’occasione per tacere, pertinente o meno che sia il suo dire, dà comunquke sempre fiato al suo profondo “cogitare”.
Dall’alto della già citata “cartedda di la munnizza”, da intransigente, non ascolta altri, se non solo se stesso.
Disconosce l’alterità, che è l'opposto di identità, ovvero ciò che non è soggettività, e quindi il mondo esterno, l'oggettività, il non-io.
Con presupponenza pontifica la sua radicata faziosa posizione appartenente a certa parte politica, perbenista radical chic che vanta in assoluto il primato di essere assolutamente political correct.
Si trincera dietro una corretta sedicente pseudo appartenenza socio/religiosa o agnostica che sia cultural politica che lo titola comunque a sproloquiare.
Solo lui è illuminato.
Lui l’unto.
Lui è soltanto lui, capisci di ogghiu e cafisu…. qualsiasi sia l’argomento in questione: le sa tutte!
Da perfetto panza parata qual’è, rivendica con clamore, a gran voce, anche il diritto di fare proseliti…. al suo verbo.
Non saprei precisarvi, ad onor del vero, cari amici se il mitico zito di adolescenziana memoria, soffriva di prodromi di demenza senile oppure era semplicemente un triste etilista scompensato e disturbato.
Vinto dalla vita, non essendo in pace con se stesso non lo è con il mondo intero che lo circonda.
Il contemporaneo “Zitu di Calamonaci”, invece il più delle volte (prendo a prestito una affermazione del professor Burioni) è semplicemente, purtroppo un povero cretino.
Sia ben chiaro che però, affermando ciò non intendo esprimere in questo il mio arbitrario e personale convincimento, ma esercitare invece le mie competenze professionali, ovvero fare semplicemente diagnosi!