“Undicesimo: onora il figlio e la figlia”

Nello sgomento di figli uccisi per mano di padre e di madre

“Undicesimo: onora il figlio e la figlia”

Onora il figlio e la figlia, siano di tuo seme e tuo grembo o siano venuti da lontano ad abitare la tua casa. Non ucciderli: sebbene siano la parte più profonda e intima di te, non ti appartengono.

Onora il figlio anche se somiglia alla donna che hai creduto d’amare e per la quale oggi provi odio. Non alzare il coltello su di lui, per colpire lei. Risparmiagli la morte per mano di padre, risparmiati la dannazione del crimine più atroce.

Onora il figlio anche se non parla, non cammina, non suona e balla una danza che non capisci. Non togliergli la vita che gli hai dato nutrendolo del tuo sangue e del tuo respiro. Non avere paura della sua particolarità, portatelo sulle spalle, fino alla cima del mondo. C’è chi lo fa.

Onora tua figlia con il tuo esempio, con la tua dignità, con la bellezza della tua anima che è altra cosa da quella della tua pelle.

Onora tuo figlio anche se non lo capisci, dentro i silenzi lunghi di capelli che coprono gli occhi, oltre le porte chiuse a chiave, sotto le coperte di letti disfatti. Onoralo anche quando ti disonora, non difenderlo se ha torto, riprendilo, ammoniscilo, puniscilo se serve ma aspettalo, accoglilo, abbraccialo.

Onora tua figlia anche quando non è tua figlia e la vedi per strada e la giudichi per quei tacchi smisurati e per quel trucco forte ed emetti sentenza di perdizione, onorala quando è la ragazza di tuo figlio o di tua figlia, e non capisci più da che parte sta.

Onora tuo figlio quando ha bisogno di te, quando ha bisogno della tua guida ferma, della tua presenza, della tua costanza. Quando ha bisogno di credere con la tua fede, di sperare con la tua speranza, di fidarsi con la tua fiducia.

Onora tua figlia quando scopre l’amore e piange lacrime confuse. Non deridere il suo stupore e il suo dolore, accogli la meraviglia del suo farsi grande, spiegale che nel mistero del sangue di ogni mese è racchiuso il miracolo della vita, insegnale la dignità di un corpo che cambia, ed è prezioso, accarezzala e abbracciala nel suo smarrimento.

Onora tuo figlio anche quando non è bravo come vorresti, e sogna di cantare mentre tu lo avevi già visto notaio, onora i suoi sogni che somigliano tanto ai tuoi che hai dimenticato. Spingilo all’impegno con il tuo impegno, all’etica della civiltà con il tuo senso civico, alla coerenza delle idee con la tua coerenza, e alla possibilità dell’incoerenza con il tuo cambiamento che non è distruzione ma saggia trasformazione. Onoralo nell’indicargli la strada lasciandolo libero di trovare la propria.

Onora tua figlia quando fa quello che tu mai faresti, disapprovala se non condividi, ma non ripudiarla, sgridala ma non mortificarla, puniscila se vuoi, ma non umiliarla. Insegnale ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, lasciala andare e non chiudere la porta quando torna. Indicale la via del bene e del male. Testimoniale la consolazione del perdono.

Onora tuo figlio quando il suo corpo ha le piaghe della malattia e la sua vita è una continua richiesta del tuo aiuto, perché senza le tue mani non può neanche mangiare o non può vedere senza i tuoi occhi e camminare senza le tue gambe. Riposati, piangi se vuoi, cerca conforto e supporto, ma onoralo in ogni sua, in ogni tua, fatica.

Onora tuo figlia, onora tuo figlio, quando ancora non sai che occhi avrà, che nome darai. Onoralo quando ti prende la paura di portarlo al mondo, quando è ancora così piccolo che il suo cuore sembra una punta di spillo che pulsa, onoralo sia che sia stato frutto d’amore che errore di incontro, che non è lui, non è lei che ti chiesto di nascere. Onoralo anche quando la sua vita non ti sembra degna di essere chiamata vita.

Onora tuo figlio, tua figlia, facendoti chiamare padre e madre e indossa con solenne dignità e profonda umiltà questi nomi come si indossa una corona che sarà d’oro, di fiori e forse anche di spine.

Onorali nell’onestà, nell’integrità, nell’allegria, nella gioia di ogni vita, nella libertà, nel diritto e nel dovere, nella bellezza delle cose belle, nella sacralità della discendenza, nella solennità della promessa, nella santità della pace, nel ripudio di ogni guerra, nell’osservanza delle leggi, nella capacità di mutarle se ingiuste, nella verità, nella gratitudine per ciò che si ha, nella generosità verso chi non ha, nell’arte, nella pazienza, nella responsabilità, nell’accettare le conseguenze delle proprie azioni, nell’entusiasmo e nell’attesa.

Onorali nell’amore.

Onora tua figlia e tuo figlio, quando vedi in loro la bambina, il bambino che fosti, e sii per lui, per lei, il padre e la madre che avresti voluto per te.

Maria Lisma