Mafia: dissequestrati i beni di Antonino Moceri

Mafia: dissequestrati i beni di Antonino Moceri

Tornano nella disponibilità dell'impenditore campobellese Antonino Moceri, i beni sequestrati e poi confiscati nel 2016 dal Tribunale di Trapani. A disporre il dissequestro, la Corte d'Appello di Palermo. L'uomo era considerato dagli investigatori vicino al latitante Matteo Messina Denaro e la famiglia mafiosa di Campobello di Mazara. I giudici hanno accolto l'appello pesentato dai legali dell'impenditore e del suo socio nell’Eurofarida Srl, Antonino Tancredi, gli avvocati Carmelo Carrara e Marco Manno, disponendo il dissequestro di tutti i beni e delle società sequestrate dal Tribunale di Trapani nel 2016.  "Al Moceri, noto imprenditore  del settore olivicolo  e della produzione di olio di Campobello di Mazara - si legge in una nota dei legali -  nel 2016 il Tribunale di Trapani aveva disposto il sequestro e successivamente la confisca dei beni, valutando negativamente gli stessi elementi che invece  il Tribunale di Marsala  nel 2014 e la Corte di Appello di Palermo nel 2015 avevano vagliato in senso opposto, escludendo qualsiasi sussistenza dei fatti loro contestati di concorso esterno in associazione mafiosa ed intestazione fittizia dei beni, titoli di reato per cui  il Moceri era stato tratto in arresto nell’operazione ”Campus Belli”, che aveva coinvolto all’epoca anche Ciro Caravà, allora Sindaco del Comune di Campobello di Mazara. I giudici della Corte di Appello - concludono gli avvocati Carrara e Manno - accogliendo la tesi della difesa, hanno sottolineato l’assenza di qualsiasi elemento di pericolosità sociale dei proposti, evidenziando il contrasto tra le statuizioni del Tribunale di Trapani che non aveva tenuto in alcun conto il giudicato penale del processo di merito che aveva accertato il comportamento contrario del Moceri agli interessi di Giuseppe Grigoli e di personaggi appartenenti alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara. Gli stessi incolpati, inoltre, erano stati contrari alla costituzione di un consorzio olivicolo voluto anche dal capomafia Leonardo Bonafede".