La Cassazione: "D'Alì non è socialmente pericoloso"

All'ex senatore non va dunque applicato alcun provvedimento restrittivo della libertà come l'obbligo di dimora

La Cassazione:

L’ex senatore Antonio D’Alì non è “socialmente pericoloso”. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione chiudendo definitivamente una vicenda iniziato nel 2018. All’ex senatore dunque va applicato alcun provvedimento restrittivo della libertà personale, come l'obbligo di dimora.

La sesta sezione penale della corte di Cassazione (presidente Anna Criscuolo, giudice relatore Gaetano De Amicis) ha confermato l'annullamento dell'obbligo di dimora.

Il provvedimento riguarda la misura di prevenzione, chiesta e ottenuta dalla Dda di Palermo e poi annullata lo scorso anno dalla Corte d'appello siciliana. Il provvedimento colpì D'Alì in piena campagna elettorale per la corsa a sindaco di Trapani, nel 2017, creando scompiglio, e mettendo, di fatto, D'Alì, fuori dai giochi. 

In seguito all'annullamento, la procura generale di Palermo aveva presentato ricorso, chiedendo che il politico trapanese fosse nuovamente dichiarato 'socialmente pericoloso'.

I giudici ermellini però hanno dichiarato inammissibile il ricorso.

Per D'Alì rimane ancora pendente, in Appello, il processo per concorso esterno in associazione mafiosa.