Abusi sessuali su minori, costituito centro regionale di ascolto
Servizi attivi in tutte le 18 diocesi siciliane e un’equipe al lavoro per il Centro regionale di ascolto
Servizi attivi in tutte le 18 diocesi siciliane e un’equipe al lavoro per il Centro regionale di ascolto. All’indomani delle celebrazioni per la II Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi (celebratasi venerdì scorso), il Servizio regionale tutela minori (della Conferenza Episcopale Siciliana) fa il bilancio di questi primi anni d’attività. In seno al Servizio (la Commissione regionale è stata guidata sino a qualche settimana addietro da monsignor Domenico Mogavero e ora da monsignor Alessandro Damiano, Arcivescovo di Agrigento) è stato creato il Centro regionale di ascolto del quale fanno parte don Fortunato Di Noto, Remigia D’Agata, Francesco Guarneri e don Andrea Zappulla. Una scelta, quella del Centro regionale, che serve per far rete con i Servizi diocesani territoriali già attivati ma anche, laddove potrebbe succedere, per raccogliere testimonianze e segnalazioni. Uno dei percorsi che il Servizio regionale ha attivato è quello della formazione. Da qui gli incontri nelle varie diocesi coi presbiteri e operatori pastorali che sono stati già avviati sull’intero territorio siciliano.
E proprio venerdì, in occasione della Giornata nazionale di preghiera, la Conferenza Episopale Italiana ha presentato il primo report sulla rete territoriale del Servizio. Dati che si riferiscono al biennio 2020-2021. Nel report circa la tipologia dei casi segnalati, è emersa la prevalenza di “comportamenti e linguaggi inappropriati” (24), seguiti da “toccamenti” (21); “molestie sessuali” (13); “rapporti sessuali” (9); “esibizione di pornografia” (4); “adescamento online” (3); “atti di esibizionismo” (2). Le segnalazioni fanno riferimento a casi recenti e/o attuali (52,8%) e a casi del passato (47,2%). Questi dati riguardano 68 presunti autori di reato, soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni all’epoca dei fatti, in oltre la metà dei casi. Il ruolo ecclesiale ricoperto al momento dei fatti è quello di chierici (30), a seguire di laici (23), infine di religiosi (15). Tra i laici emergono i ruoli di insegnante di religione; sagrestano; animatore di oratorio o grest; catechista; responsabile di associazione. Il contesto nel quale i presunti reati sono avvenuti è quasi esclusivamente un luogo fisico (94,4%), in prevalenza in ambito parrocchiale (33,3%) o nella sede di un movimento o di una associazione (21,4%) o in una casa di formazione o seminario (11,9%).