Cronisti intercettati a Trapani, la ministra Cartabia: «Nessuna attività illegittima»

Cronisti intercettati a Trapani, la ministra Cartabia: «Nessuna attività illegittima»

Nessuna violazione delle norme da parte dei pubblici ministeri di Trapani, nel caso delle intercettazioni che hanno coinvolto giornalisti ed avvocati impegnati nelle inchieste relative ai fenomeni migratori, in particolare la questione Libia. E' la conclusione a cui è giunto il Ministero della Giustizia, come anticipato ieri, nel corso del Question Time alla Camera da parte della ministra Marta Cartabia, rispondendo ad un'interrogazione del deputato di Leu Erasmo Palazzotto. “Non emergono profili di rilievo disciplinare” né “violazioni della normativa processuale in tema di intercettazioni da parte della procura della Repubblica di Trapani”, ha spiegato la ministra. Perchè “la legge processuale, quando si procede per taluni reati come quelli che vengono contestati, consente di intercettare anche persone non indagate quando cio’ possa essere utile ad acquisire elementi di prova”. La giornalista Nancy Porsia “e’ stata intercettata tra il mese di luglio e il dicembre dell’anno 2017, come autorizzato dal gip di Trapani” - ha proseguito la ministra -  in quanto “persona imbarcata su una delle navi oggetto di investigazione”,  mentre” non sono risultate intercettazioni disposte nei confronti di altri giornalisti”.All’esito delle indagini preliminari i pm di Trapani  non hanno proceduto all’inserimento delle relative trascrizioni nella informativa conclusiva perchè hanno “ritenuto irrilevante il materiale raccolto.  Per Palazzotto si tratta invece di "abuso degli strumenti investigativi". "L'ennesima prova - scrive il deputato di Leu sulla sua pagina Facebook - di una attività persecutoria nei confronti delle ONG che rientra in una strategia più generale di criminalizzazione della solidarietà e di come questi abusi possano essere letti oggi come intimidazione nei confronti di giornalisti ed avvocati. Venti indagini sempre dalle stesse procure - conclude Palazzotto -  e nessun processo cominciano ad essere un problema per un sistema giudiziario che rischia di perdere ogni credibilità se continua ad abusare dei suoi poteri, ledendo anche diritti costituzionalmente garantiti, come quello alla libertà di stampa e il diritto alla difesa". La Federazione nazionale della Stampa italiana, che aveva nell'immediato chiesto di fare chiarezza sulla vicenda, ribadisce l'urgenza di porre mano a una riforma che finalmente tuteli le fonti dei giornalisti e il segreto professionale. "Se nessuno ha intercettato i cronisti a Trapani, perché le loro telefonate sono state trascritte e le loro fonti rese pubbliche? Perché non viene approvata norma su tutela fonti?", scrive su twitter il presidente di Fnsi, Beppe Giulietti.