Mazara del Vallo: nessun risarcimento per il peschereccio Aliseo mitragliato dai libici
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Redazione
- 4 anni fa 12 ott 2021 Tot.324
"Fu un atto di pirateria". Con questa motivazione il ministero delle Politiche Agricole (Dipartimento della Pesca) ha rigettato la richiesta di risarcimento avanzata dall'armatore del motopesca mazarese Aliseo, mitragliato lo scorso 6 maggio dai militari della Guardia Costiera Libica nelle acque al largo di Misurata. A rendere nota la notizia, gli stessi armatori, Giuseppe e Giacomo Giacalone. Il peschereccio è già tornato in mare. Alla sua guida non c'è però il comandante, Giuseppe Giacalone, rimasto ferito nell'attacco, che al momento ha deciso di non tornare in mare. Gli armatori hanno diffuso una lettera dopo avere ricevuto il “no” alla loro richiesta da parte del ministero. “Il diniego è stato giustificato con risoluzioni, motivazioni, e spiegazioni che hanno del ridicolo solo a leggerle. Chiediamo una seria disamina dei fatti, dei verbali, della vicenda”. Il motopesca fu abbordato e i militari di Tripoli salirono a bordo con l’intento di sequestrare barca ed equipaggio. Tutto questo sotto agli occhi della Marina militare italiana, la cui presenza probabilmente dissuase i libici che alla fine lasciarono andare il peschereccio. Lo scorso 7 ottobre è partita da Roma, dal ministero, la nota a firma del direttore generale Riccardo Rigillo, con la quale si dice che la richiesta di risarcimento avanzata dagli armatori dell’Aliseo non rientra tra i casi indicati dal decreto che prevede i ristori economici. Per il nostro ministero fu “un atto di pirateria”. E la pirateria non rientra tra la fattispecie indicata dal decreto 137 del 2020. Atti di pirateria effettuati con le motovedette militari che l’Italia tempo addietro donò al paese nordafricano per fermare i migranti.

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