Trapani, rione Cappuccinelli: le incomprensioni sul progetto fra Università e Comune

Due gruppi di lavoro distinti e separati che non sapevano dell'esistenza l'uno dell'altro

Trapani, rione Cappuccinelli: le incomprensioni sul progetto fra Università e Comune

Ritorniamo sul progetto di rilancio del quartiere trapanese Cappuccinelli, sul quale avevamo registrato alcune prese di posizione da parte dei professionisti del gruppo FA.MI. dell'Università di Palermo, guidati dalla professoressa Ignazia Bartholini. I due articoli precedenti a cui facciamo riferimento li potete leggere qui (il primo) e qui (il secondo)

Cosa sembra essere successo, in pratica? Che sul progetto in questione c'erano due gruppi di lavoro separati ignari dell'esistenza gli uni degli altri. Per cui, al comunicato diffuso dall'Amministrazione Comunale di Trapani dove veniva evidenziato il lavoro svolto dall'architetto Gianni Mauro, esperto del Comune a titolo gratuito (ma, come noto, anche vicesindaco ad Erice), seguiva una presa di posizione delle professioniste del gruppo Fa.Mi. dell'Università di Palermo le quali avevano anche lavorato allo stesso progetto senza riceverne il riconoscimento.

In pratica, dallo scambio di comunicazioni avuto sia con la professoressa Ignazia Bartholini che con l'architetto Gianni Mauro, siamo riusciti a capire che al Comune di Trapani succede che "la mano destra non sappia cosa fa la mano sinistra". 

Alla nota di precisazioni diffusa dal gruppo di lavoro Fa.Mi., infatti, seguiva altrettanta nota di precisazioni inviataci in redazione da Gianni Mauro che qui vi pubblichiamo: "La proposta progettuale e gli avvisi li ho proposti io riferendomi alla precedente proposta di contratto di quartiere del 2004 presentata dal comune di Trapani con Iacp. Io sono stato nominato dal Sindaco di Trapani per questa progettualità, sto dando il mio piccolo contributo a titolo gratuito. Ho incontrato l'Iacp, ho avuto incontri con il terzo settore, etc... Queste persone del Fa.Mi. non le ho mai incontrate e non c'entrano nulla con la proposta progettuale.... Gli avvisi pubblici sono stati rimodulati da me e dagli uffici sulla scorta del contratto di quartiere del 2004... Mi sono interfacciato con Iacp, uffici comunali all'Urbanistica, con i Lavori Pubblici, i Servizi sociali e queste persone non le ho mai incontrate e non mi hanno mai ne cercato né dato contributi al progetto..."
 
Questa la nota, anche piuttosto piccata, dell'architetto Gianni Mauro. 
Abbiamo chiesto spiegazioni alla dottoressa Bartholini ed ecco la sua prima risposta: "Questo sviluppo è  anche a me sconosciuto. Il lavoro svolto e consegnato per questo progetto è  invece inconfutabile perché sono più d'una le professioniste del Fami che vi si sono impegnate. Se le parti dell'amministrazione comunicano male e usano forze umane l'una a insaputa dell'altra è  un problema che devono risolvere fra loro nel rispetto dell'impegno di coloro che coinvolgono e che stipendia l'universita di Palermo. La puntualizzazione che è stata fatta aveva questo intento: rispettare il lavoro di tutti e non solo dell'architetto Gianni Mauro".
 
Ma è la stessa professoressa Bartholini che, dopo un ulteriore approfondimento della questione, torna a scriverci precisando quanto segue: "Con amarezza devo scrivervi quanto segue. Le professioniste del Fami Mi.Main hanno lavorato per un mese a questo progetto Capuccinelli, per richiesta di un assessore e senza che il Sindaco ne sapesse alcunché.  In sostanza c'erano due tavoli di lavoro separati: quello dell'architetto Mauro, di tipo tecnico,  e quello del Fami, di tipo socio-demografico. Legittimo che mi seccassi quanto legittimo che l'architetto si seccasse a sua volta. Purtroppo non sono sufficientemente attrezzata a riconoscere le trappole di chi vorrebbe farsi grande con il lavoro altrui".
 
Due tavoli separati, quindi, l'uno inconsapevole dell'altro. Professioniste in uno e professionisti nell'altro. Ma qualcuno ha combinato un piccolo pasticcio, da quello che emerge, facendo lavorare a quanto pare inutilmente le professioniste dell'Università (pagate dall'Università di Palermo).

Il progetto con la professoressa Bartholini e le professioniste in questione nasce l'anno scorso e fu presentato con tanto di conferenza stampa a Palazzo d'Alì (vedasi foto).  Il progetto finanziato dal Ministero dell’Interno, prevedeva di favorire l’inclusione della popolazione migrante e l’accesso ai servizi, attraverso la selezione, per il Distretto di Trapani, di 9 laureati provvisti di abilitazione in Servizio Sociale, Psicologia, Giurisprudenza e Mediazione Culturale che per un anno lavoreranno presso le Pubbliche Amministrazioni e su specifici punti di contatto sul territorio.  Era prevista anche la realizzazione di un “portale migranti” presso il sito web del Comune di Trapani per il monitoraggio della popolazione e dei bisogni espressi ed inespressi. Previsti anche l’attivazione di sportelli presso gli stessi uffici del Comune, presso le parrocchie, su richiesta degli stessi parroci e, per i Dirigenti scolastici, l’attivazione di uno sportello itinerante presso le scuole da attivarsi con Assistenti Sociali e Mediatori Culturali al fine di garantire un apporto in termini di gestione e presa in carico degli alunni e famiglie migranti.

Tutto ciò, ci chiediamo e lo chiediamo soprattutto all'assessore Enzo Abbruscato (vicesindaco di Trapani), che fine ha fatto?