Covid, il caso della mail con destinatari in chiaro inviata dall'Asp
Il commissario Zappalà precisa: "Non sono i nomi dei positivi al virus"
Con l’incrementare della diffusione della variante Omicron del virus SARS-CoV-2 che ha vertiginosamente alzato la curva dei contagi, in tutto il paese le misure adottate, finora, sono state dirette affinché non si paralizzasse - di nuovo- l’Italia, come accaduto con il primo e vero lockdown. A fianco a questa esigenza, oggi, in provincia di Trapani, già in zona gialla dal 3 Gennaio e dove l’aumento dei casi sembra non rallentare, vi è anche la necessità di non “paralizzare” l’organizzazione sanitaria. Un sistema innegabilmente, ormai, in tilt. Carenza di personale e conseguenti ritardi accumulati hanno ingolfato la macchina umana degli operatori, che pur turnandosi no stop, talvolta non riescono a dare tempestive risposte, talvolta commettono degli errori. Tra le disattenzioni è diventata virale, tramite i canali social, la email inviata ieri alle 19.34 dagli uffici del dipartimento prevenzione dell’Asp Trapani con oggetto la convocazione per l’effettuazione tampone presso la postazione drive-in istituita all’autoparco comunale di via Libica, senza aver inserito la funzione CCN (Copia conoscenza nascosta) per cui l’indirizzo dei destinatari del messaggio è rimasto visibile. Immediata l’insurrezione per violazione di privacy. Pertanto, abbiamo ritenuto chiedere delucidazione al commissario straordinario, Paolo Zappalà, che dichiara: “I nominativi presenti non corrispondono a soggettivi positivi ma a contatti stretti, al momento negativi”. In merito ai dati personali, riportiamo Art. 9 GDPR – Regolamento generale sulla protezione dei dati ( UE 2016/679): “È vietato trattare dati personali che rivelino l'origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l'appartenenza sindacale, nonché trattare dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all'orientamento sessuale della persona”.
Al netto di queste dovute precisazioni, riteniamo, che nel marasma del momento, manchi la chiara volontà di violare la privacy altrui. In questi due anni li abbiamo definiti “eroi in corsia” e lo sono davvero. Lo sono loro e lo siamo noi, ognuno nel proprio posto nel mondo. E forse “eroi” credono si esserlo anche coloro che tutt’ora si ostinano a rifiutare la vaccinazione. A loro auguriamo di “rinsavire”. A tutti gli operatori sanitari diciamo “grazie” la perseveranza con cui svolgono il loro servizio. Ed infine, ma non per ultimi, noi cittadini R(esistiamo).