Cambio di nome a Viale delle Sirene, Scontrino: "Anche la Pucci direbbe di no"
Il presidente de Il Locale: "I codici delle tradizioni cittadine vanno tutelati"
Se le mie tonsille sono ancora oggi là dove la Natura ha previsto che fossero, devo ringraziare solo una persona speciale, la dottoressa Elda Pucci. Ero un bambino affetto ed afflitto da continue tonsilliti e la risposta che ricevevo da tutti i dottori era sempre la stessa: togliamole. Io però avevo una paura matta dell’operazione e nemmeno la previsione dei gelati, che avrebbero costituito la mia dieta post-operatoria, poteva consolarmi o ristorarmi da tanta strizza.
Finché non arrivammo a Palermo, allo studio della dottoressa. Lei mi visitò e affermò che le tonsille servivano ed andavano tenute. Le volli subito bene come ad una zia. Semplicemente mi curò, ed io smisi di essere afflitto da febbri causate dalle infezioni batteriche alle tonsille. Ancora oggi, quando a Palermo passo da Villa Sperlinga, dove aveva lo studio, alzo gli occhi verso quel palazzone bianco e dedico un pensiero a quella donna. Immaginatevi il mio entusiasmo quando ho appresso della notizia che le sarebbe stato dedicato un luogo di Trapani. Che però si è smorzato quando ho saputo che il luogo deputato alla memoria del grande medico era Viale delle Sirene.
Ma come, con tutte le strade da potere rinominare o anche solo nominare, perché si sceglie un luogo che è così intimamente legato alla storia di Trapani? Largo delle Ninfee e Viale delle Sirene, due slarghi limitrofi nella punta della città, là dove finisce la terra ed inizia il mare, le ninfe Nereidi Teti e Calipso, le sirene Partenope e Leucosia, che ci riportano al mare, al mito e alla storia della nostra città che si perde nella notte dei secoli e che al mare ed ai miti greci è legata a doppio filo. Spezzare questo legame, perché? In tanti di voi condividono le mie ansie, i miei timori legati allo smarrimento delle nostre tradizioni che trovo ormai pallide e sbiadite.
I nomi delle vie sono legati ai passi del popolo trapanese, e questo vale qui come in qualunque altro posto. Diciamocelo con sincerità, noi trapanesi non abbiamo molto a cuore la nostra identità, sempre pronti ad abbracciare qualunque novità, anche se effimera e un po’ kitsch. Ed è spesso il gusto personale del singolo decidente ad influenzare ed a sostituire gli impianti tradizionali, basta guardare cosa avviene all’interno di quelle processioni di cui pure ci diciamo pronti a difenderne l’esistenza. Ma è così davvero o piuttosto noi ci disinteressiamo di tutto, tranne borbottare un po’ all’atto dell’ingresso della novità e poi immediatamente digerirla?
Siamo così, non ce lo neghiamo. Ed allora ecco che viene facile modificare, con innovazioni di cui nessuno sente realmente la necessità, a proprio piacimento e secondo i propri gusti i codici delle tradizioni cittadine, di cui fanno parte a maggior ragione anche i nomi delle vie, come delle chiese o dei monumenti. Via Botteghelle sarebbe la stessa se si chiamasse via Fanfani? Forse per un turista, ma non per noi. O via delle Arti rinominata via, che so, Vittorio Gassman? I nomi delle vie vanno quindi salvaguardati come patrimonio della memoria. Anche se posso intuire che una città dove le lapidette con i nomi delle vie sono state sostituite da orribili targhe in alluminio non ha chiaro né il senso estetico, che è di immediata percezione, figuriamoci quello storico e di tradizione.
Per concludere, sono certo che se oggi potesse ritornare tra noi, anche la dottoressa Pucci direbbe che no, che questa rinominazione non s’ha da fare. Una persona che ha fatto di tutto per salvare un paio di tonsille senza senso per tutti gli altri, figuriamoci cosa avrebbe fatto per difendere la propria città dai Barberini. E avrebbe avuto ancora una volta ragione.
Vincenzo Scontrino, presidente CdA Coesi srls / IL LOCALE NEWS