Trapani, segnalate criticità negli accertamenti delle invalidità civili

Trapani, segnalate criticità negli accertamenti delle invalidità civili

Sono state riscontrate nella procedura per l’accertamento medico-legale delle invalidità civili, alcune criticità segnalate dalla presidente provinciale dell’Anmic (Associazione nazionale mutilati invalidi civili), Rosaria Nolfo, in una lettera inviata al direttore dell’Inps di Trapani, Giacomo Marcellino.

Accadrebbe di frequente, secondo l’associazione, “che le commissioni mediche stabiliscano ingiustificatamente una decorrenza diversa ai benefici economici riconosciuti (assegno/pensione, indennità di accompagnamento, indennità di frequenza), cioè non dal mese successivo alla data di presentazione della domanda, come normalmente previsto dalla legge, ma dalla data della visita. Ciò comporta la perdita di diverse mensilità”, poiché “è ampio il lasso di tempo che intercorre tra le due date” evidenzia la presidente provinciale dell’Anmic, precisando che si tratta di “criticità segnalate dagli associati che sono state fatte oggetto di osservazione e verifica da parte della scrivente e che, se originariamente riguardavano casi isolati e sporadici – scrive Rosaria Nolfo al direttore dell’Inps – da un po’ di tempo sembrano diventare regole operative”.

“La diversa decorrenza è giustificabile – aggiunge – laddove la documentazione sanitaria presentata al momento della visita riporti una data successiva a quella del certificato del medico di base allegato alla domanda e ciò per l’insorgere postumo delle patologie riscontrate. Invece, spesso la diagnosi è preesistente e dimostrabile, con la conseguenza dell’inevitabile presentazione di ricorso”.

Non è l’unica criticità segnalata alla Direzione dell’Inps: “Malgrado l’evidenza oggettiva di patologie riscontrate al momento della visita – sottolinea Rosaria Nolfo – qualora la documentazione medica presentata risulti essere carente, le commissioni mediche non ritengono di sospendere il procedimento con la richiesta di una integrazione della certificazione medica, ma deliberano da subito il diniego del beneficio. Conseguenza è l’inevitabile presentazione di ricorso”.

“Tutto quanto sopra descritto, oltre a comportare un appesantimento della macchina giudiziaria, inflazionando i ricorsi, costituisce un grave danno per quei soggetti già provati nel loro stato di salute e per i familiari che li assistono”, è la conclusione della presidente provinciale Anmic, e “non si può accettare – scrive – che l’Istituto cerchi di far cassa sulla pelle dei più fragili”.

Da qui la richiesta finale, di un personale intervento del direttore dell’Inps “per una azione di sensibilizzazione nei confronti dei medici componenti le commissioni mediche, affinché si adoperino al meglio nella valutazione medico-legale”.