Unioncamere Sicilia: export in aumento nel secondo trimestre 2021
La provincia di Trapani primeggia con un incremento del 35,7 per cento
Nelle esportazioni, “la Sicilia chiude il secondo trimestre di quest’anno con un +16,42 per cento, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”, perché il precedente totale di 3 miliardi 903 milioni 633 mila euro, a distanza di un anno è diventato di 4 miliardi 544 milioni 600 mila euro. E tra le province siciliane, è quella di Trapani a far registrare il maggiore incremento, seguita da Siracusa, Ragusa e Palermo.
In base ai dati raccolti ed elaborati dall’osservatorio di Unioncamere Sicilia sull’andamento del commercio estero durante il 2021, emerge un dato di chiara ripresa rispetto agli ultimi numeri, condizionati dall’emergenza sanitaria legata alla pandemia scoppiata a marzo del 2020.
I dati del primo trimestre 2021 erano stati scoraggianti – è ricordato in una nota diffusa da Unioncamere – a causa di un taglio della vendita di merci e prodotti siciliani all’estero del -10,21 per cento (nel 2020 si era già registrata una flessione del -24,25 per cento e nel 2019 la riduzione era stata già allarmante con -14 per cento).
Quasi tutti i prodotti merceologici vanno in terreno positivo, rispetto al secondo trimestre 2020, a partire dal settore coke e prodotti petroliferi raffinati (+20,2 per cento), ed ancora sostanze e prodotti chimici (+3,52 per cento), alimentari, bevande e tabacco (+17,87 per cento), prodotti agricoli, animali e della caccia (+12,27 per cento), computer e apparecchi elettronici e ottici (+6,74 per cento), ma anche metalli base e prodotti in metallo (+76,6 per cento), articoli in gomma e materie plastiche (+13,89 per cento). Sono invece negative le percentuali relative agli apparecchi elettrici (-4 per cento), articoli farmaceutici, chimico-medicinali (-13,75 per cento) e altri minerali da cave e miniere (-23 per cento).
“Le esportazioni da sempre sono un tassello fondamentale dell’economia siciliana – commenta il presidente di Uniocamere Sicilia, Pino Pace – e questi dati sono sicuramente molto confortanti, ma non ci permettono di fare salti di gioia dopo i numeri assai negativi registrati nell’ultimo anno e mezzo e che sono stati inevitabilmente condizionati dall’emergenza sanitaria legata al Covid, che ha influenzato e condizionato ogni aspetto della nostra vita. I numeri costituiscono una base importante per le imprese siciliane che possono e devono guardare con fiducia al futuro. Il balzo incredibile per esempio del settore attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento ci deve far riflettere”.
Guardando alle esportazioni per ciascuna provincia, emerge che gli unici territori in negativo sono Caltanissetta (-43 per cento) e Messina (-9 per cento), mentre si distinguono Trapani (+35,7 per cento), Siracusa (+28,9 per cento), Ragusa (+23 per cento) e Palermo (+22 per cento).
Con riferimento all’export della Sicilia per area geografica, si registrano aumenti nei vari Paesi, sempre rispetto al secondo trimestre 2020: gli Stati Uniti con + 11,05 per cento risultano il paese in cui la Sicilia esporta di più; seguono Spagna +7 per cento; Francia +5,87 per cento; Paesi Bassi +5,4 per cento; Germania +5,3 per cento, Belgio +5,07 per cento; Singapore +4,7 per cento; Gibilterra +4,56 per cento; Regno Unito + 3,78 per cento; Egitto e Malta +2,9 per cento.
“Se guardiamo ai dati relativi alle aree geografiche – osserva Santa Vaccaro, segretario generale di Unioncamere Sicilia – notiamo che oltre il 50 per cento del valore complessivo dell’export siciliano è destinato a paesi dell’Unione Europea con oltre 2 miliardi e mezzo, seguiti da Asia orientale 616 milioni, America settentrionale 512 milioni e Africa settentrionale 483 milioni. Per volume di fatturato – conclude – nel secondo trimestre 2021 i Paesi dove la Sicilia ha esportato di più sono Stati Uniti, Spagna e Francia”.