Carenza medici nei pronto soccorso, vertice a Castelvetrano
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Redazione
- 3 sett fa 4 apr 2025 Tot.207
I medici delle aree di emergenza degli ospedali del Trapanese sono in sottorganico e i colleghi degli altri reparti costretti a fare turni tappabuchi nei pronti soccorsi. E' questa la situazione che si sta vivendo nell'Asp Trapani. E succede anche all'ospedale 'Vittorio Emanuele II' di Castelvetrano dove i medici in organico sono tre, compresi il primario, e, invece, dovrebbero essere 13.
Per questa situazione critica presso il nosocomio della Valle del Belìce si è tenuto un vertice col neodirettore sanitario dell'Asp Trapani Danilo Greco e i capi dipartimento Matteo Napoli (chirurgia), Totò Martino (medicina) e Giuseppe Bono Parrino (medicina d'urgenza). È stato il primario del pronto soccorso Giuseppe Giammarinaro a illustrare l'attuale situazione che vive l'area d'emergenza: i turni che devono fare i medici in organico e le difficoltà a garantire, in alcuni giorni, la presenza del medico in turno.
Sui sei ospedali della provincia dove ci sono le aree d'emergenza (Trapani, Mazara del Vallo, Marsala, Alcamo, Castelvetrano e Pantelleria) l'organico dovrebbe essere di 80 medici ma in servizio ce ne sono poco meno di 30. Qualche anno addietro l'Asp Trapani ha bandito un concorso per 44 posti ma a essere contrattualizzato è stato soltanto un medico. Attualmente è in corso l'iter per un nuovo concorso: 55 posti per sopperire alle carenze dei pronti soccorsi.
Una situazione che il presidente dell'Ordine provinciale dei medici Filippo Mangiapane definisce "al limite". Perché, secondo Mangiapane, i colleghi costretti a turni estenuanti "compromettono non solo la loro vita privata, ma anche la qualità dell'assistenza ai pazienti. Un tempo il servizio pubblico rappresentava un traguardo ambito per i medici, oggi invece è diventato un percorso sempre meno attrattivo".
A questo va aggiunto un fenomeno allarmante, ossia le aggressioni nei confronti del personale sanitario: "Questo avviene sempre più frequente nei pronto soccorso e nelle guardie mediche - dice Mangiapane - molti colleghi lavorano in un clima di paura e incertezza e poi c'è il numero crescente di contenziosi giudiziari, spesso privi di fondamento, che contribuisce a un senso di frustrazione e scoraggiamento tra i professionisti", aggiunge Mangiapane.

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