Operazione Scrigno: si aprono le porte del carcere per uno degli indagati

Si tratta del cinquantenne Michele Alcamo di Paceco

Operazione Scrigno: si aprono le porte del carcere per uno degli indagati

Si sono aperte le porte del carcere per il cinquantenne pacecoto Michele Alcamo, condannato per voto di scambio politico-mafioso, nell'ambito del processo scaturito dall'operazione "Scrigno". Deve ancora scontare undici mesi. 

Il provvedimento restrittivo, emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali di Palermo, è stato eseguito dai Carabinieri. 

Con l’indagine “Scrigno”, i militari dell'Arma avevano inflitto un duro colpo al mandamento mafioso di Trapani con l’esecuzione di misure cautelari nei confronti di 25 persone, molte delle quali gravate da sentenze già passate in giudicato per mafia. 

Gli indagati erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, danneggiamento e altro. 

In particolare, gli investigatori avevano fatto luce sui rapporti tra mafia e politica in provincia, documentando la mobilitazione mafiosa per le elezioni regionali dell’autunno del 2017, finalizzata al procacciamento di voti in favore dei candidati sponsorizzati, attraverso l’attivazione della rete di contatti del circuito mafioso e l’acquisto di voti a seguito di accordi illeciti.

Erano proprio i rappresentanti locali della politica che si offrivano ai mafiosi, proponendosi come loro punti di riferimento, arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione, seppur parziale, della propria campagna elettorale.

Michele Alcamo, figlio di un esponente di vertice della famiglia mafiosa, è stato ristretto presso la Casa Circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani.