Dalla Libia in Italia con il piccione legato al braccio, una delle tante storie della SEa Eye

Concluse le operazioni di sbarco dalla nave dell'ong tedesca

Dalla Libia in Italia con il piccione legato al braccio, una delle tante storie della SEa Eye

In fuga dalla Libia con il suo piccione attaccato al braccio. E' una delle tante storie, molte delle quali carichi di abusi e violenze che arrivano dalla Sea Eye, la nave dell'Ong tedesca, giunta ieri al molo Ronciglio di Trapani con 847 persone a bordo, salvate in sette diverse operazioni nel Mediterraneo Centrale. Protagonista della vicenda una donna  che ha sfidato il mare assiem al suo animaletto. Non lo ha lasciato neanche quando il barcone sul quale si trovava ha rischiato di affondare. Le loro strade si sono divise ieri. L'animale, a causa delle rigide regole sanitarie, è stato affidato dalla Polizia alle cure di due volontarie dell'Oipa. Adesso si trova presso il C.O.P. della Forestale di Trapani. Frattanto, si sono concluse in mattinata le operazioni di sbarco dalla Sea Eye. In 665 ieri ponmeriggio sono stati traferiti, dopo i controlli sanitari effettuati dal personale dell'Asp di Trapani a bordo della nave quarantena Adriatica. Gli altri,in mattinata ,sull'Adriaco, l'altra imbarcazione utilizzata per il periodo di isolamento. A bordo della Sea Eye anche tantie donne, di cui cinque in gravidanza, bambini e adolescenti, (portati invece nei diversi centri dell'Isola) molti non accompagnati. Proprio i più piccoli, sono stati accolti dai volontari della Caritas che li hanno intrattenuti donando loro dei palloncini. Sul molo presenti anche gli operatori di Save The Children. "Cerchiamo di capire quante ragazze minorenni presenti a bordo provengono dalla Costa D'Avorio. La paura infatti è quello di una nuova tratta dal paese africano" è il commento di Giovanna di Benedetto di Save The Children. Ancora in attesa di un porto di sbarco invece, la Ocean Viking di Sos Mediterranee con a bordo 306 naufraghi.