Strage via D'amelio, Bruno Contrada in commissione antimafia: «Scarantino un cialtrone, si capiva subito»

Strage via D'amelio, Bruno Contrada in commissione antimafia: «Scarantino un cialtrone, si capiva subito»

"Se io avessi trattato Vincenzo Scarantino dopo 24 ore mi sarei accorto che era un cialtrone e che raccontava cose false. E questo non perchè io sia più bravo di altri, ma per la mia conoscenza di quegli argomenti. Io però non ho mai indagato su di lui, sono solo venuto a sapere che, quando non era pentito, era parente di un mafioso".  E' arrivato alla fine, il passaggio più interessante della lunga audizione dell'ex numero due del Sisde, oggi Aisi, Bruno Contrada, ascoltato ieri dalla commissione regionale antimafia, presieduta da Claudio Fava, nell'ambito del supplemento di indagini sui depistaggi sulla strage di Via D'Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della scorta. All'epoca Contrada lavorava da tempo per il Sisde. Non avrebbe dovuto essere coinvolto in quelle indagini, eppure su richiesta dell'allora procuratore di Caltanissetta Giovanni Tinebra, fu uno dei primi a lavorare sulla strage. Pochi mesi dopo, Contrada venne arrestato su richiesta della Procura di Palermo. Ad indagare anche Arnaldo La Barbera, alla guida del gruppo Falcone Borsellino. Fu lui a convincere Scarantino a collaborare. Un  falso "collaboratore di giustizia" che nulla aveva a che fare con la strage di Via D'Amelio. Sul punto Contrada alla domanda del presidente Fava sul perchè La Barbera non ha capito che Scarantino stesse mentendo è stato chiaro: ""Ci sono organismi di polizia giudiziaria che non possono essere affidati, specie in luoghi come Palermo, a funzionari pur dotati di acume ma privi di esperienza di anni di lavoro e 'frequentazione' con la criminalità organizzata". "Quando lessi anni dopo - ha proseguito - i nomi dei componenti del gruppo investigativo che indagava sulle stragi del '92, mi chiesi: 'ma questi che esperienza hanno?'" "Come si fa ad affidare una inchiesta come quella su Via d'Amelio a persone così? - ha spiegato - La Barbera sarà stato un ottimo poliziotto, ma ha fatto servizio al nord. Quando è arrivato a Palermo nemmeno sapeva cosa fosse la mafia".  La domanda, posta al termine dell'audizone dal presidente Claudio Fava rimane, perchè nonostante ci fossero le competenze a Palermo, si è deciso di affidare il gruppo Falcone Borsellino a persone senza alcuna esperienza sulle dinamiche di Cosa Nostra e perchè, subito dopo la strage di Capaci, viene designato procuratore di Caltanissetta Tinebra, che per sua stessa ammissione (secondo quanto raccontato da Contrada) di mafia non  ne sapeva nulla?