Otto mesi per esame istologico, petizione popolare a Marsala
Documento sulla situazione della sanità sarà inviato a Schifani
Una petizione popolare è stata promossa a Marsala da un gruppo di cittadini per denunciare la "drammatica situazione in cui versa la sanità pubblica della provincia di Trapani, balzata tristemente all'attenzione di diverse testate giornalistiche e televisive" per i "gravi ritardi nella refertazione degli esami istologici, causando o concausando in tal modo gravi danni ai pazienti".
La petizione, oltre 120 firme, sarà inviata oggi al presidente della Regione, Renato Schifani, che ieri ha convocato i direttori dell'Asp di Trapani mentre la Procura di Marsala ha aperto un'inchiesta sul caso dell'insegnante di Mazara del Vallo, Maria Cristina Gallo, 56 anni, che ha dovuto attendere 8 mesi l'esito dell'esame istologico.
Il referto, sollecitato più volte, ha diagnosticato alla donna un tumore al quarto stadio che, nel frattempo, ha prodotto metastasi.
"Non è plausibile - scrivono i firmatari - che la governance dell'Asp si scrolli di dosso le proprie responsabilità, attribuendole (come riportato dalla stampa) ad alcuni anatomo patologi, colpevoli di essere stati posti in pensione, senza adottare e programmare in tempo utile convenzioni, stipulate, verosimilmente, solo dopo che i buoi sono scappati".
"In un Paese civile - prosegue la petizione - dopo la gestione fallimentare rappresentata dai media, i vertici dell'Asp di Trapani non aspetterebbero un provvedimento di revoca, ma si dimetterebbero volontariamente". Si ricorda, poi, al presidente Schifani nell'estate scorsa ebbe a dire pubblicamente: "Se i manager non raggiungono gli obiettivi, decadenza automatica anche per direttori sanitari e amministrativi". E ancora "La riduzione delle liste d'attesa negli ospedali è uno dei principali impegni assunti dal mio governo, ci saranno rigorose verifiche". All'Asp di Trapani, invece, si conclude, "bisogna attendere anche 8 mesi per un esame istologico e, quindi, sapere dopo tanto tempo, se si è già con un piede nella fossa". E si cita il caso di Paolo Robino, un ex infermiere deceduto prima dell'arrivo del risultato dell'esame diagnostico.

Redazione
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