Le grandi donne

Un articolo di Corrado Sansoni

Le grandi donne

di Corrado Sansone

 

Bisogna riconoscere che gli Inglesi hanno una tradizione più che millenaria nella trasmissione del titolo tra regnanti nel caso in cui in tale trasmissione fosse coinvolta una donna.

Tale questione loro non se la sono mai posta.

Noi in Europa al contrario abbiamo sempre ritenuto “disdicevole” che una donna potesse occuparsi di questioni importanti quali reggere un impero o addirittura maneggiare denaro.

E fu così che inventammo il diritto del maggiorasco laddove anche il terzogenito, finalmente maschio anche se imbecille, potesse ereditare tutto. Come dire che i Britanni già nel 50 d.C. erano di gran lunga più avanti degli ex nostri “Savoiardi” tanto per guardare dentro i fatti di casa nostra.

Ma sono due le donne inglesi di cui voglio parlarvi: Boudicca regina degli Iceni ed Elisabetta I.

La prima vissuta sotto la dominazione romana con Nerone imperatore.

Di lei ne parlano i più grandi storici dell’antichità ma solo da uno di essi, Cassio Dione, riporto la sua invocazione prima della battaglia contro i Romani perché dà un quadro completo del carattere e dello spessore di questa donna.

 

“ Io ti ringrazio Andraste (la sua dea) e ti invoco come una donna che parla ad una donna; perché io non regno come Nitocris su…tantomeno regno sugli stessi romani come Messalina prima, poi Agrippina e ora Nerone –il quale uomo solo di nome è di fatto una donna come prova il fatto che egli canta, suona la lira e si trucca- No, coloro sui quali io regno sono Britanni, uomini che non sanno come arare il terreno o fare lavori manuali ma che sono perfettamente addestrati alla guerra e che possiedono tutto in comune, anche i bambini e le donne, in modo che queste abbiano lo stesso valore che hanno gli uomini. Dunque, in quanto regina di tali uomini e di tali donne, io ti prego e ti supplico di darci vittoria, vita e libertà contro uomini insolenti, iniqui, insaziabili, empi, sempre che dobbiamo chiamare uomini gente che fa il bagno nell’acqua calda, mangia artificiali prelibatezze, beve vino schietto, si unge di mirra, dorme su morbidi letti con ragazzi come compagni, ragazzi nemmeno giovanissimi, ed è schiava di un suonator di lira nemmeno bravo. Pertanto questa regina Neronia o Domizia possa non regnare più su di me o su di voi uomini; che costei canti e spadroneggi sui romani, perché essi di certo meritano di essere gli schiavi di una simile donna dopo essere stati a lei assoggettati così a lungo. Ma per noi Signora l’unico nostro capo sei tu.”

 

Dell’aspetto di questa donna non si sa molto. Si dice che fosse stato terrificante e la sua ferocia contro i soldati romani impareggiabile. Del resto come darle torto? Frustata in pubblico e costretta ad osservare lo stupro delle sue due figlie. Ma lei di ciò riuscì a farsene una ragione di vita e quindi di rivalsa. Unificò tutte le tribù degli Iceni divenendone regina muovendo poi contro i possedimenti di Roma facendola quasi tremare.

Camulodunum l’odierna Colchester e Londinium, Londra, rase al suolo.

Poco importa se dopo l’esercito romano riorganizzandosi mosse contro di lei e la sconfisse ma fatto sta che allora Roma rischiò davvero di perdere la Britannia e tutta l’Inghilterra nonostante la tanto decantata “pax romana”.

Del resto quando mai la pax romana è stata mai pax?

Ritornando all’invocazione sopra riportata oggi qualcuno potrebbe considerarla “not politically correct” sul piano degli stili di vita ma non dobbiamo dimenticare che fatti e quant’altro deve sempre essere “letto” in chiave storica come del resto va sempre “letta” in chiave storica la politica espansionistica romana.

 

L’altra grande donna che mi preme ricordare è Elisabetta I.

Su di lei è stato scritto tanto da poter riempiere biblioteche intere.

Governò in uno dei periodi più difficili della storia d’Inghilterra con guerre contro la Francia, la Scozia e la Spagna e contro una serie infinita di complotti interni.

Per comprendere ancora meglio la grandezza di questa donna vi invito a leggere il suo discorso alle truppe  del 9 Agosto 1588 a Tilbury prima dello scontro con la Invencible Armada.

Ma forse il suo problema più grande fu costituito dal fatto che con lei la dinastia dei Tudor si sarebbe estinta non avendo mai contratto matrimonio e quindi non aveva eredi. Elisabetta diceva di avere sposato l’Inghilterra.

Sul fatto di  the aver mai contratto matrimonio non ci è dato conoscerne le ragioni anche se le male lingue sostengono che il suo aspetto fosse tutt’altro che avvenente.

Durante il suo regno bisogna riconoscere che le arti tutte ed il teatro raggiunsero il massimo splendore influenzando altresì il resto dell’Europa.

Elisabetta I è stata forse la più grande monarca della storia Inglese, più grande della stessa Regina Vittoria.

Elisabetta I ha sempre anteposto gli interessi del regno e quindi la ragion di stato ai suoi.

Di ciò la prova incontestabile è stata la scelta del suo successore cioè Giacomo I di Scozia figlio di sua cugina Maria Stuarda Regina di Scozia, fatta giustiziare per un complotto ordito contro di lei.

Nessuna vacatio come nella tradizione… “The Queen is dead, long live the King”.

E che fortuna aggiungo io… manco una dissonanza nell’inno…pure la metrica è dalla loro parte.

Le corone vennero unificate ma… la rivalità continua.