La storia di Angela Grignano tre anni dopo l'incidente di Parigi
Mercoledì scorso la commemorazione delle vittime, mentre la studentessa trapanese lotta ancora per ottenere giustizia
Mercoledì 12 gennaio 2022 alle 09.00 in Rue de Trévise a Parigi l’aria era intrisa di commozione, rabbia, tristezza. Questo è quello che ci racconta al telefono Angela Grignano, cittadina trapanese, qualche ora dopo la cerimonia di commemorazione. Sopravvissuta all’esplosione avvenuta tre anni fa a Parigi in una panetteria, sita in Rue de Trévise, a causa di una rottura di una conduttura del gas che ha coinvolto anche l’hotel vicino, in cui Angela lavorava come cameriera per mantenersi gli studi di danza. La tristezza per chi non c’è più. La rabbia per quella giustizia che tarda ad arrivare. La commozione per esser lì, per avercela fatta in qualche modo. Dopo i giorni di coma, otto interventi ed ancora tante visite mediche da fare, equipe di specialisti da consultare ed operazioni da affrontare, Angela appare vulcanica. “Prendo la forza dalle persone che ieri ho pensato. Dalle vittime. Non mi posso arrabbiare se le cose non vanno esattamente come vorrei. Io ho avuto una seconda possibilità. Io ho la possibilità di vivere”.
E’ grata alla vita, alla sua famiglia ed a tutti coloro che fin dal primo momento l’hanno sostenuta tramite anche la raccolta fondi organizzata in Italia. Angela oggi ha 27 anni ed un’invalidità a vita, alla gamba, con cui imparare a convivere. E’ una delle 400 vittime di negligenza sul lavoro i cui responsabili sono ancora da identificare. La bagarre processuale in atto, paradossalmente provoca un ulteriore danno. In casi simili l’indennizzo non sarà mai sufficiente, ma diventa necessario per ricominciare. Perché quando hai avuto l’inspiegabile fortuna di sopravvivere, non arrenderti diventa un dovere anche nei confronti di chi purtroppo non ce l’ha fatta. In onore di tutte le vittime, ieri l’altro, davanti al luogo della deflagrazione sono stati omaggiati dei fiori. Tra i presenti, Linda Zaouar la direttrice dell’hotel, oggi presidente dell’associazione per le vittime, che Angela ricorda “ci ha soccorsi tutti ed è rimasta sotto shock, senza parlare, per una settimana. Poi ha iniziato a combattere”. Ed è proprio grazie all’impegno dell’associazione, se lunedì prossimo si spera, finalmente, di poter concludere e firmare l’accordo sull’indennizzo. Invece, la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, percepita in modo austero dai presenti, da alcuni - in maniera altrettanto scortese - è stata fischiata.
E’ una storia difficile da raccontare con delle precisazioni che sanno di “oltre il danno la beffa”. Angela ci racconta di essere in attesa di ricevere la somma di risarcimento destinata a tutte le spese mediche, ma nel frattempo da due anni a questa parte, continua a pagare al comune di Parigi un canone di affitto pari a 500 euro, per evitare di perdere la casa, punto di appoggio indispensabile, per tutte le volte che per motivi medici o legali è tenuta a volare in Francia. Come in ogni storia, per fortuna, c’è sempre il rovescio della medaglia, un lato umano a cui non possiamo dare un nome e cognome, per espressa volontà, che giusto appena ieri, ha chiesto - per il tramite della suddetta associazione delle vittime - di poter devolvere in beneficenza a favore di Angela un anno di affitto per la casa nella capitale francese. Un gesto di grande umanità. ”Un gesto che mi ha lasciata e mi ha commosso me e tutta la mia famiglia”, cosi Angela tramite i suoi profili social ringrazia chi ha donato.
Angela ha un cervello vivace e produttivo, un atteggiamento aperto nei confronti delle persone e della vita. ”Ho un sacco di cose da fare a Trapani: tessere una tela di progetti, a cui in verità sto già lavorando, per permettere ai ragazzi di andare fuori per poi tornare. Perché solo se conosci altro capisci cosa ti manca a casa”. Cosi come lei stessa aveva scelto di fare, dopo la laurea in arte e scienze per lo spettacolo, trasferirsi a Parigi, dove da studente -lavoratrice perfezionare gli studi. Oggi definisce la sua autonomia sorda al dolore, che le permette di continuare ad esplorare. Non può più calcare il palcoscenico ma il teatro è e resta il suo primo amore. Adesso, intanto, ha imparato a volteggiare con il cavallo. Ed a noi non ci resta che augurarle di “avere sempre il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle”. Avanti tutta Angela!