La lunga notte dei maturandi trapanesi

Tutti o quasi, davanti l'ingresso del Fardella-Ximenes, sulle note dell'intramontabile Venditti

La lunga notte dei maturandi trapanesi

C’è sempre un po’ di ansia prima di qualunque esame, tanto più se parliamo dei giorni che precedono gli esami di stato.  Più o meno, tutti e tutte li abbiamo vissuti con lo stesso carico emotivo per poi, alla fine, dire puntualmente: "Tutto qua?".

Tutti e tutte, almeno dal 1984 in poi, abbiamo affrontato la ormai nota “notte prima degli esami” insieme all’amico Antonello. Con annessi pianti e scleri. Del resto, l’ansia fa così: ti sfianca. Toglie energie, le stesse di cui in cui se ne ha bisogno il giorno dopo per affrontare quella che è considerata la prima prova “capitale”. Allora, da un po’ di anni - pre covid – e quest’anno, post emergenza pandemica, i maturandi hanno escogitato un metodo per gestirla quella maledetta ansia. Abbatterla, in qualche modo. A suon di musica. Cantare per buttare fuori. Davanti a quel portone che nell’immaginario collettivo sembra esser l’ingresso per il patibolo. Supportarsi. Contaminarsi. Di e con le emozioni proprie ed altrui. Perchè il tempo non condiviso è perso. Non ci verrá restituito.

Gli anni del liceo sono i migliori, dicono. E non lo so.

Vale la pena di ricordarli.

“Si accendono le luci qui sul palco

Ma quanti amici ho intorno che viene voglia di cantare

Forse cambiati, certo un po' diversi

Ma con la voglia ancora di cambiare

Se l'amore è amore, se l'amore è amore, se l'amore è amore

Se l'amore è amore, se l'amore è amore...”.