Commenti assai positivi sull'articolo di Pamela Giacomarro sul "Revenge Porn"

La dichiarazione di Antonella Granello della CGIL

Commenti assai positivi sull'articolo di Pamela Giacomarro sul

Una vasta eco in ambito nazionale ha riportato l'articolo pubblicato sulla nostra testata dalla collega Pamela Giacomarro in merito al caso “ Revenge Porn”. In merito all'argomento è intervenuta Antonella Granello, Segreteria provinciale Cgil, Responsabile per le Pari Opportunità e le Politiche per i Giovani, della quale riportiamo ampiamente le dichiarazioni.  "Sono fortemente convinta, che l’inchiesta di Pamela Giacomarro, sul caso “ Revenge Porn” è argomento estremamente importante e, non posso che apprezzarla e ringraziarla , per aver  deciso di metterci la “ faccia” e la sua professionalità”, condividendo un argomento così personale e delicato, dimostrando anche un grande senso di responsabilità. Penso che il suo obiettivo vada oltre la sfera personale e professionale, perchè la sua denuncia affronta un fenomeno gravissimo, che ci chiama tutti a riflessioni ed interventi che affrontino i suoi diversi aspetti in tema di: cultura, sicurezza , legalità. E’ una “forte” denuncia che in primis  arriva con messaggio diretto a coloro che ne sono vittime e che per paura o vergogna non affrontano come dovrebbero il problema. Rompere il muro del silenzio aiuta e tutela se  stessi e può aiutare indirettamente anche altre o altri.
Più denunce possono contribuire a creare maggiore attenzione da parte delle istituzioni preposte per la sicurezza e la salute degli utenti, all’interno del mondo web. Inoltre, tale fenomeno meriterebbe da parte della politica maggiore attenzione al fine di adoperarsi con utili provvedimenti per la chiusura di “app” che come “Telegram“ possono consentire atti di estorsione, diffamazione, stalking e  violazione della privacy e l’uso  scorretto di trattamento di dati personali e sensibili.  Ma, dobbiamo pur dirlo che il web sociale si dimostra un luogo sempre più a rischio abusi, anche per  mancanza di una chiara regolamentazione in materia". Antonella Granello ha poi indicato che "gli ambienti digitali, purtroppo, non sono solo un posto fatto di  hate speech e flaming: come gli atti di bullismo, anche le offese e gli abusi a sfondo sessuale sono sempre più comuni in Rete. Vittime soprattutto le donne ed i minori, in cui Privacy, reputazione personale, immagine e percorso professionale, legami affettivi, rischiano di essere cancellati in un solo colpo quando contenuti intimi finiscono, senza la propria volontà, nei meandri, anche più reconditi, della Rete. Grazie all’ inchiesta di Pamela- prosegue il commento- oggi affrontiamo un fenomeno che riguarda casa nostra e purtroppo anche le donne ed i giovanissimi del nostro territorio. Certo, non si può non tenere conto in questo senso che la maggior parte degli utenti giovanissimi, hanno spesso, comportamenti che mettono a rischio la propria sicurezza in Rete e che un uso consapevole degli strumenti digitali e una permanenza altrettanto consapevole negli ambienti digitali, dovrebbero essere gli obiettivi a cui puntare attraverso campagne di sensibilizzazione e altre iniziative ad hoc, che orientino e chiariscano come intervenire nel caso in cui si rimane vittime". La Granello ha specificato che "Gli screnshot stampati non bastano come prova per sporgere denuncia; non bisogna pubblicare online i nominativi; cosa fare fare se si viene aggiunti in canali del genere". Ha, inoltre precisato "che, occorre un intervento più mirato a livello legislativo. Il disegno di legge contro il revenge porn, presentato nel settembre 2016 con  la modifica all’articolo 612 del Codice Penale sulla minaccia – prevede fino a tre anni di reclusione per chi pubblichi foto e video intimi senza il consenso del diretto interessato – con una pena inasprita nel caso in cui a pubblicare questi contenuti fosse il partner. Ma, è un Disegno di legge, incompleto perché manca della casistica in cui foto e video espliciti fossero pubblicati da soggetti terzi rispetto alla coppia o alle persone riprese, su cui da allora nessuno si è più espresso e per cui andrebbe rivisto in virtù dell’acuirsi del fenomeno che sta segnando sempre più vittime".

Nella foto Antonella Granello