Una vita passata a raccontare i Misteri di Trapani

Il consiglio di Wolly Cammareri all'Unione Maestranze

Una vita passata a raccontare i Misteri di Trapani

Questa volta IONON C’ERO, almeno all’inizio circa 400 anni fa quando gli spagnoli durante la loro dominazione introdussero una cerimonia religiosa che rappresentava la Passione di Cristo. Ma devo riconoscere che in qualche modo in quella processione, I MISTERI del Venerdì Santo, ci rientrai in punta di piedi prima e a pieno titolo dopo. Era la metà degli anni 80 quando con l’emittente TRV poi denominate RTC facemmo la prima trasmissione delle immagini dell’uscita della Processione più amata dai trapanesi, a quel tempo la tecnologia era ancora molto scadente e alle interruzioni si provvedeva con il trasporto delle cassette registrate. Negli anni successive si affittavano I ponti di trasmissione ma a commentare quelle immagini per più di trenta anni ci sono sempre stato io, ecco perchè sono arrivato 400 anni dopo ma io c’ero, anno dopo anno sono diventato la voce che tutti riconoscevano perchè era quella che commentava I MISTERI. In tutti questi anni fatti anche di frequentazione dell’ambiente ho conosciuto un mondo inaspettato fatto di passione, debolezza, devozione, spettacolarizzazione ma anche di contrasti che talvolta andavano in contro tendenza con quello che doveva essere lo spirito della processione, una processione dalle due facce, una quasi laica vissuta con pathos popolare, l’altra quella che la chiesa cerca sempre più di riportare nell’ambito delle manifestazioni di culto .Ho conosciuto vecchi capi console dotati di un carisma unico tanto che ancora oggi vengono additati ad esempio, portatori che per devozione ogni anno tornavano addirittura dall’estero, preti che si rifiutavano di accompagnare il gruppo in processione se non retribuiti, bande musicali che arrivavano da tutta la Sicilia e che pian piano hanno dato modo alle nostre di mostrare di non avere nulla da invidiare, anzi negli ultimi anni hanno raggiunto qualità eccellenti. Nel 2012 sulla processione piomba una presenza che è sembrata subito ostile, quella dell’allora vescovo Francesco Miccichè. Il nuovo vescovo cominciò subito bacchettando tutti e in un’omelia prima del rientro in chiesa in cui accusò la città e questo morboso attaccamento alla processione quasi come una manifestazione della morte.

Ritorniamo però alle nostre telecronache televisive che man mano crescono di pari passo con la tecnologia: viene aggiunta una diretta il giovedì sera dalla chiesa delle Anime Sante del purgatorio dove avviene la vestizione dei gruppi, una televisione di servizio come quella  anche dei giorni a seguire che trasmetterà l’uscita e l’entrata dei 20 gruppi, un servizio svolto con grande sforzo economico dagli editori ma anche grazie all’impegno dei tecnici che non badavano a orari, impegni di famiglia ecc . Dirette che consentivano agli anziani, agli ammalati, a quanti non potevano raggiungere la piccola piazza di assistere in tv all’evento, il successo è incredibile: si registrano picchi di ascolto inimmaginabili per una TV locale. Poi un ulteriore svolta quella dei canali multimediali che ne hanno consentito la visione in tutto il mondo. Durante queste ultime dirette ci arrivavano messaggi di commozione da trapanesi e non solo che ci seguivano da ogni parte del mondo, finanche dall’oceano in navigazione. Manifestazioni simili che si tengono in Sicilia e non solo, non hanno nulla a che vedere con la nostra. Ho visto turisti piangere e sentirsi parte della processione stessa, magari appartenendo ad altra fede, io stesso ne sono un esempio, mi definisco cristiano per cultura, ma agnostico, eppure quante lacrime ho versato nel rivedere una storia, quella che racconta la più umana delle sofferenze, una madre che assiste alla morte del proprio figlio. Ma quante volte ci siamo rivisti in quelle plastiche immagini di sofferenza, capolavori di artisti trapanesi. Negli ultimi anni ho volute allargare la conduzione avvalendomi di due collaborazioni prestigiosissime quella di una collega giornalista etno antropologa Mariarosa Orlando e Don Liborio Palmeri con loro abbiamo elevato la qualità degli interventi aggiungendo una lettura biblica alle scene che rappresentano la Passione di Cristo e un prezioso commento iconografico con la professoressa Orlando.

Adesso a causa di questa maledetta pandemia, a poche settimane dal Venerdì Santo, ci accingiamo per il terzo anno consecutive a non aver certezze sulla processione e mi sento di consigliare ai miei amici dell’Unione Maestranze, di evitare formule diverse o surrogati, meglio aspettare ancora un anno ma restare nel solco delle tradizioni.