Anche i cani randagi capiscono la nostra gestualità? (VIDEO)
E poi come sempre il nostro angolo rivolto a chi ha bisogno di aiuto e la divina Charlie
I cani capiscono molto bene la nostra gestualità, non solo quelli domestici ma anche quelli randagi. Espressioni facciali, parole. Sono in grado di rispondere ad un richiamo e seguono le nostre indicazioni. Normalmente, gli esperimenti vengono eseguiti su cani di famiglia, che vivono e interagiscono con noi. E i cani randagi?
In uno studio pubblicato qualche tempo fa su Frontiers in Psychology, gli autori hanno valutato quanto questi cani comprendano, e come si rapportano al gesto di pointing eseguito in vari modi.
Lo studio è stato condotto in India, su cani del Bengala Occidentale. I cani vaganti interagiscono regolarmente con gli esseri umani. A volte in modo positivo, ricevendo una carezza o del cibo; altre volte venendo scacciati. Gli autori hanno voluto studiare la capacità degli animali randagi d’interpretare la comunicazione umana.
Hanno selezionato 160 cani adulti sani (di ambo i sessi) e li hanno lasciati familiarizzare con la presenza di ciotole rovesciate, sotto le quali veniva posto del cibo, per poter iniziare con l’esperimento vero e proprio. Uno studioso preparava due ciotole, l’una contenente un boccone, l’altra vuota ma “profumata” con l’odore del cibo. Un secondo sperimentatore, ignaro di quale ciotola nascondesse il boccone, ne indicava una a caso al cane testato. Il cane avrebbe seguito o meno l’indizio visivo?
I ricercatori hanno sperimentato su due diversi tipi di pointing: con “indizio dinamico”, in cui il gesto è fatto in piena vista del cane e il braccio resta teso finché questi non sceglie; il secondo è l'”indizio momentaneo”, per cui la ciotola viene indicata solo per pochi secondi. Entrambe le situazioni venivano effettuate dal ricercatore stando alla stessa distanza dal cane e dalla ciotola, ma con il dito ad almeno 50 centimetri dalla ciotola.
Dei 160 cani con cui è stato effettuato l’esperimento, la metà non ha voluto nemmeno avvicinarsi, un comportamento che i ricercatori attribuiscono a stati d’ansia. Ma la metà che ha partecipato effettivamente all’esperimento ha dimostrato di non avere grossi problemi a comprendere il gesto della mano: l’80 % sceglieva la ciotola indicata dallo sperimentatore. Ma non si lasciava ingannare di nuovo se la trovava vuota.
Questo esperimento indica che anche i cani che non condividono la vita con gli esseri umani sono in grado di capire la nostra comunicazione.
L’uomo, nel tempo, ha addomesticato i cani per renderli compagni fedeli. È una relazione che dura da oltre 15 mila anni. Anche i cani randagi possono comprendere i nostri gesti. Spesso entrano in conflitto con le persone, e rappresentano un rischio per la salute pubblica essendo portatori di rabbia, ma ciò non nega loro il diritto di essere educati.
La gran parte dei cani randagi sa dove guardare quando un uomo indica un oggetto, il che suggerisce che la loro capacità di comprendere l’uomo sia innata.
Le scoperte dei vari studi effettuati nel tempo possono aiutare a educare adulti e bambini a interagire con i cani, portandoli a una “coesistenza più pacifica”.
Tutti i cani hanno la loro intelligenza. E anche i randagi hanno bisogno di essere compresi.
E’ il momento di Charlie ma prima di guardare una delle sue impertinenze diamo un’occhiata all’appello di questa settimana: si chiama Charlotte ed è un amore di cucciola!!!! (Leggete qui l'appello). Forza amici, scegliamo un lieto fine per questa storia e diamo una casa e una famiglia a questa sfortunata creatura!