Si è spento Diego Armando Maradona

Il mondo del calcio in lutto

Si è spento Diego Armando Maradona

E’ morto Diego Armando Maradona. Appena si è diffusa la tragica notizia, riportata dal quotidiano argentino El Clarin, un brivido ha attraversato la schiena di milioni di tifosi del mondo del calcio. L’ex fuoriclasse del Napoli aveva da poco compiuto 60 anni. La morte sarebbe avvenuta per un fatale  arresto cardio-respiratorio. L’ex Pibe de oro, si è sentito male nella sua casa di Tigre, dove viveva dopo aver subito un intervento alla testa nelle scorse settimane. Alcuni giorni addietro era stato dimesso dall’ospedale per la rimozione di un coagulo di sangue. Con Dieguito c’era la figlia Giannina. L’intervento della ambulanze è stato prontissimo, ma il destino aveva scritto la parola fine. Il miglior calciatore di tutti i tempi se ne va via. Così ha lasciato tutti di stucco, improvvisamente, come sapeva fare con i difensori delle squadre avversarie lo splendido campione del rettangolo di gioco che ha incantato le platee con i colpi di tacco, le improvvise accelerazioni, i calci di punizione micidiali, le magiche finte, gli incredibili goal, i palleggi inimitabili, le dichiarazioni a sorpresa, l’orgoglio sfrenato di certe occasioni. Un vero mattatore in campo e fuori, poi abbandonatosi, dopo il ritiro, ad una vita un po’ strana, lontana da quella di un vero atleta. Ciò che, però, ricordano i tifosi del globo intero di ogni colore sono le splendide emozioni che ha loro regalato. A Napoli lo consideravano Dio in terra. Maradona era tutto per la città del sole. “El pibe” fu quello che portò il primo scudetto in Campania il 10 maggio del 1987 e si ripetè con un vero trionfo nel ’90 alla vigilia dei campionati Mondiali. L’argentino dalla piccola statura e dai piedi immensi ha cessato di vivere ma la sua figura rappresenta un mito che con la morte non ha nulla a che vedere. Maradona sarà sempre Napoli e Napoli sarà sempre Maradona. Il più forte di tutti ha stretto l’universo della sfera di cuoio in un unico abbraccio e sta facendo piangere migliaia e migliaia di tifosi increduli che riconoscevano in lui il vero valore di questo affascinante sport. Le sue prodezze, infatti, avevano l’effetto strabiliante di saper riconciliare tutti. Le sue magie non avevano eguali e le immagini di un tempo tornavano sempre attuali perché Maradona è Maradona. Il calcio è Maradona. Indimenticabile un tiro di punizione a rientrare che battè il portiere Tacconi e la Juve. Incantesimi che solo il suo micidiale sinistro poteva regalare. Scrittori, registi, opinionisti, poeti lo avevano immortalato come simbolo del gioco più bello del mondo, ponendo al centro dell’attenzione la sua figura, quella di un piccolo uomo dalla folta chioma che con il suo numero 39 di scarpa faceva impazzire le difese avversarie. Questo è Maradona sul quale non sarà dimenticata mai una interpretazione di Luciano De Crescenzo che è bello leggere per come è stata detta e scritta “San Gennaro mio, non ti crucciare, lo sai che ti voglio bene. Ma na finta 'e Maradona scioglie 'o sanghe dind''e vene... E chest'è!”. Addio Pibe, il calcio vivrà sempre nella tua memoria.