"Magritte a Trapani"

Cittadini "fantasiosi" in via Giardinetto

Questa sedia non è una sedia. Bisogna scomodare Magritte per capire la foto che vedete, scattata in via Giardinetto a Trapani. Una immagine che assume un involontario significato artistico filosofico. La sedia è un elemento di arredo utilizzato, per l'appunto, per sedersi. È costituita, nella tipologia classica, da un piano orizzontale (la "seduta"), dalle gambe di sostenimento (in numero di quattro) e da uno schienale di appoggio. Definizione fredda, e non rigorosa, osiamo affermare. È stata copiata da Wikipedia. L’enciclopedia universale sul web ha il grande merito di avere reso fruibile a tutti il sapere, ma mostra il limite, altrettanto grande, di aver ridotto il sapere a consumo, separandolo dall’essenza del sapere: la ricerca. Ed è appunto nella ricerca della nuova funzione della sedia di via Giardinetto che emerge l’essenza filosofica di questa sedia posta lì ad assolvere un ruolo che non gli è proprio. Barriera posta a evitare che automobili transitino incautamente su un tombino scomposto e forse anche pericoloso. Dunque, questa sedia non è una sedia, ma l’immagine di essa, come nei quadri di Magritte. Vero e falso nello stesso tempo. Falso se ricerchiamo in quella sedia la sua funzionalità, non è stata messa lì per sedersi. Vero se sappiamo trarre da quella sedia la sua ousía, la sua essenza, come dice Aristotele nella Metafisica. Sorprendente come una soluzione semplice alla colpevole inadempienza della manutenzione stradale possa portare con sé anche un valore semantico e filosofico: ogni singola sedia, ogni rappresentazione di essa è una cosa e assume una sua oggettività – come scriveva Heidegger –: la cosa che «in quanto cosa ha il suo luogo, il suo punto nel tempo». Dall'altra parte le cose parlano per autoevidenza: res ipsa loquitur, la cosa parla da sé. Semmai ognuno di noi avrebbe il dovere di porsi in ascolto. Cosa ci racconta quella sedia? Cosa ci dice degli abitanti di via Giardinetto? Cosa ci dice di chi ci amministra e dovrebbe curare la manutenzione stradale. C’è infine una assenza – presenza che la sedia evoca. La sedia è, qui e ora, per far posare il corpo, busto eretto e gambe piegate, su un piano di sostegno. Essa parla di sé e, implicitamente, antropomorfologicamente parla anche di un uomo che non è rappresentato e di cui ci restituisce, platonicamente, l’idea di esso. Su quella sedia ci vedrei bene il prossimo sindaco di Trapani, chiamato a riparare buche e strade. Via Giardinetto compresa.