Parco eolico al largo delle Egadi: il progetto che fa discutere
Un mega parco eolico galleggiante al largo delle coste trapanesi,16 miglia dall'isola di Marettimo. Si chiama MedWas, ovvero Mediterranean wind off shore, il progetto elaborato dall'azienda Rexenia, controllata della Toto Holding, che prevede un investimento di 9 miliardi di euro per la realizzazione di un parco galleggiante formato da 190 turbine installate con il sistema floating, cioè con pale ancorate ma non infisse nel fondale, in grado di generare, a regime, una potenza di 2,9 Gigawatt.
Lo scorso mese di novembre, ha preso il via ufficialmente l’iter autorizzativo per la concessione marittima necessaria. Obiettivo: ottenere, entro il primo semestre del 2023, la valutazione di impatto ambientale. L'intera documentazione è stata pubblicata sul sito della capitaneria di porto di Trapani lo scorso 26 gennaio e dal primo febbraio è disponibile anche sul sito del comune di Trapani. Eventuali osservazioni sull'iter avviato, possono essere presentate entro 30 giorni.
Il progetto, definito "ambizioso e dall'iter burocratico non facile" dal suo ideatore, l'ingegnere Luigi Severini, è già finito al centro delle polemiche. Il primo ad esprimere parere negativo sulla realizzazione dell'opera è stato l'eurodeputato, ex 5 Stelle, Ignazio Corrao. “Il progetto di eolico off-shore a tra Sicilia e Tunisia - si legge in una nota del parlamentare europeo - è quanto di più pericoloso possa esserci per la nostra pesca in quell’area del Mediterraneo. Un progetto che, nonostante l’obiettivo green di produzione di energia rinnovabile, non ho paura di definire folle. Non solo potrebbe avere un impatto ambientale enorme, ma soprattutto potrebbe decretare la fine della pesca in quel tratto di oltre 18 milioni di metri quadrati di mare. E regalare ai produttori di energia eolica 18 milioni di metri quadrati di mare ci sembra veramente ultra-esagerato".
L'ex grillino solleva anche dei dubbi sull'impatto ambientale dell'opera: "Un progetto maestoso del genere - aggiunge l'europarlamentare - potrebbe incidere profondamente sugli equilibri e sulla vita delle specie acquatiche, come i grandi cetacei, ma anche degli uccelli migratori che da lì passano”. Per Corrao inoltre "l’energia prodotta dalle pale eoliche non verrebbe neanche sfruttata dalla Sicilia, ma verrebbe trasferita e utilizzata altrove attraverso un cavidotto, il quale passerebbe da Termini Imerese sottraendo ulteriori aree ai pescatori siciliani.
Perplessità sulla incompatibilità del parco acquatico in quell'area marittima, sono state espresse anche dalla direttrice della riserva naturale orientata delle saline Trapani Paceco, Anna Giordano: "È noto da tempo che c’è un flusso migratorio imponente che parte dall’Africa e arriva in Europa attraverso il Canale di Sicilia - ha sottolineato la Giordano in alcune interviste - la maggior parte degli uccelli parte da Capo Bon, in Tunisia, e dopo 150 chilometri di volo, giunge sulle coste trapanesi, per poi ripartire e diramarsi. La presenza di un ostacolo rappresentato da 25 turbine nel bel mezzo di una rotta migratoria massiccia ma anche estremamente vulnerabile deve essere sottoposta a studi specifici. La richiesta che abbiamo fatto - spiega la direttrice della riserva naturale orientata - è di avere al più presto la Valutazione di Impatto Ambientale, la Valutazione Ambientale Strategica e la valutazione d'incidenza. Se venisse autorizzata la costruzione senza avere queste valutazioni, non potremo fare altro che comunicare alla Direzione generale ambiente dell’Unione Europea che è stata violata la normativa comunitaria".
Di parere opposto è il progettista Severini, secondo il quale non esiste alcun rischio per le rotte migratorie in quanto "le pale eoliche vengono percepite dall’avifauna come un ostacolo, come un albero o un grattacielo e, di conseguenza, evitate". Nelle ultime ore ad esprimere parere contrario anche Giovanni Basciano, vicepresidente Agci-Agrital e responsabile Agci Pesca Sicilia. “Questo parco rappresenta un duro colpo per l’attività di pesca - scrive Basciano - sarebbe l’ennesimo danno a carico del settore produttivo cui viene già costantemente ridotto il mare disponibile per le proprie attività. Non si può continuare a dire che la pesca è una attività importante da difendere e nel contempo permettere che vengano sottratte le aree dove questa attività viene compiuta. Laddove non fosse noto - prosegue - questa enorme area si trova in prossimità di aree pescosissime, i banchi Talbot e Skerki. Inoltre è facile prevedere che gli intensi traffici navali esistenti nello stretto tra Capo Bon e la Sicilia, verrebbero costretti a concentrarsi ai lati di quest’enorme concessione, rendendo ancora più difficili e pericolose le attività di pesca nell’area di mare compresa tra questa e la terraferma".
Tutte ipotesi contestate dal progettista Severini. "La pesca d’altura trarrebbe vantaggio dal parco eolico, dato che, per legge, le aree dove nascono i parchi eolici offshore vengono interdette alla pesca e alla navigazione per diventare, di fatto, delle oasi di riproduzione dei pesci” chiarisce il progettista, che sottolinea anche come, “con l’eolico galleggiante da un lato siamo in grado di soddisfare le esigenze di tutela ambientale e, dall’altro, massimizziamo la produzione energetica, condizione indispensabile per incentivare gli investitori di tali impianti".
Con il deposito dei progetti ai ministeri competenti e con la pubblicazione fatta da parte della Capitaneria di Porto di Trapani, è cominciato ufficialmente l’iter progettuale e amministrativo che potrebbe portare alla costruzione del parco eolico a partire dal 2023. Severini assicura che verranno effettuate operazioni di ricognizione sui fondali e le diverse verifiche, comprese quelle sulle rotte migratorie.