Cicloni nel Mediterraneo, la scienza dice che saranno sempre più frequenti
Quanto successo a Pantelleria apre il dibattito sul futuro e sul cambiamento climatico
La scienza ci mette in allarme e prova a prepararci a quello che, ormai, sembra un dato di fatto: l'evento meteo estremo di Pantelleria, con la disastrosa tromba d'aria che ha provocato la morte di due persone, fa tornare alla ribalta il pericolo dei fenomeni più violenti del Mediterraneo e cioè i cicloni mediterranei, strutture simili ai cicloni tropicali (uragani, tifoni), i quali possono originare trombe marine e tornado.
Sono stati chiamati Medicane (acronimo di Mediterranean Hurricanes) sono intense tempeste a mesoscala che nascono nel Mar Mediterraneo; ricordano gli uragani in quanto hanno meccanismi di formazione simili e pertanto vengono denominati in generale Tropical-Like Cyclones (TLC). Sebbene vi sia ancora molta discordia sull’esatta classificazione, la comunità scientifica identifica come TLC i cicloni che in generale hanno caratteristiche simili a quelle dei cicloni tropicali e utilizza il nome Medicane per i casi di TLC che mostrano peculiarità particolari, ovvero intensità del vento medio superiore ad un valore di soglia, in analogia con quanto avviene per la denominazione dei Cicloni Tropicali.
Quello esattamente un anno fa, nel 2020, è stato senz’altro un medicane perché i venti soffiarono a 200 km/ora con onde alte 10-12 metri. Negli ultimi 60 anni strutture simili a quello ora diretto verso l’Egeo sono state osservate qualche decine di volte. Come i cicloni tropicali, hanno una struttura nuvolosa a spirale, il tipico occhio al centro, circondato da una muraglia di nubi temporalesche, diametro di 200 km circa. Il periodo in cui si possono verificare è tra fine agosto e settembre, quando la temperatura superficiale del mare supera i 26-27°C, condizione che, per i nostri mari, si può riscontrare solo su Ionio, Canale di Sicilia. Ma siccome ormai le temperature dei nostri mari sono in aumento anno dopo anno, allora tali eventi, una volta rari, adesso rischiano di comparire quasi ogni anno sui nostri mari più caldi.
I cicloni mediterranei non si sono mai abbattuti (landfall), nel pieno della loro forza, sulle zone costiere della penisola. Il motivo è semplice: il ciclone una volta innescatosi, si sposta nelle zone vicine per alimentarsi di calore. Ma sullo Ionio e sul Canale di Sicilia l'evento ha appena sfiorato le oste sud orientali della Sicilia. perch in prossimita delle coste dei mare a Sud della Sicilia la temperatura delle acque superficiali non hanno mai raggiunto valori oltre 27°C , ma quest'anno sono stati superati i 28 °C. Ecco perché riteniamo tale vento possibile. Del resto la SST, ossia la temperatura dell'acque superficiali del Canale di Sicilia, è aumentata di 2 gradi in 60 anni e seguita ancora rapidamente a salire.