"Non disperdete le forze sull'idea della città unita"

Ignazio Grimaldi e la sua battaglia portata avanti da quasi venticinque anni

"Mi fa piacere che si stia ritornando a parlare della necessità di unire in una sola naturale città, il territorio di Trapani e quello di Erice. Penso che si sappia benissimo che io, questa battaglia, l'ho iniziata nel 1998 con il giornale che allora editavo (TP, poi diventato TrapaniOK). Allora, come oggi del resto, appariva evidente la necessaria rideterminazione dei confini territoriali fra Trapani e il territorio di Casa Santa-Erice, ne feci una questione vitale e, assieme a quella che era la redazione di quel giornale, non mancammo mai di sottolineare l'assurdità di questi confini che, ancora oggi e specialmente durante il periodo di pandemia, hanno dimostrato di essere soltanto una scocciatura burocratica".

Ignazio Grimaldi, editore e co-fondatore del comitato per la Grande Città che lo portò anche ad essere candidato sindaco ad Erice, ritiene che tornare a distanza di anni di nuovo parlare di rettifica dei confini, di grande città, di città metropolitana, sia una grande vittoria soprattutto in quanto, stavolta, sembra che i promotori di questa importante iniziativa siano proprio i cittadini, senza colore politico. 

"Sembra che i cittadini abbiano finalmente compreso il fondamento della mia estenuante battaglia, che allora, purtroppo, non ha avuto un prosieguo.
Devo dire che quei pochi esponenti della politica che hanno provato a dire la loro, negli ultimi giorni, sono stati quasi additati come quelli che avevano fallito laddove, invece, era necessario creare unità. Ed allora non posso che esser contento! Era tempo che la città si svegliasse, sia pure grazie a Misiliscemi, 
progetto che non condividevo non condivido nemmeno adesso - lo sapete tutti - proprio perché ho sempre creduto nella grande città. Ciò nonostante, ammiro questo gruppo di cittadini attivi e vincenti, che hanno dimostrato competenze e compattezza. Ci hanno creduto fino in fondo. Del resto anch’io ero convinto che bastava crederci! Ma allora, purtroppo, a scapito di tutti noi, così non è stato.

Ho anche creduto fermamente (e continuo a farlo) nella possibilità di poter (prima o poi) vincere questa battaglia nell’interesse di tutta la collettività, scevra da etichette partitiche o politiche in generale, in quanto queste - l'ho provato sulla mia pelle - dividono invece che unire. Ed allora che ben venga questo momento,
non v’è dubbio che è arrivato il tempo di far sì che siano i cittadini a decretare il futuro di questo territorio. La loro volontà è sovrana. La nostra, mi ci metto anche io se permettete fra quelli che vorranno battagliare per l'unificazione di trapani ed erice in una sola realtà amministrativa". 

Si dice disponibile ma non indispensabile per questa battaglia ma una cosa si sente di suggerirla come un monito: "Vedo che sono nati immediatamente, nei giorni scorsi, due o tre gruppi su Facebook dove si discute di questa eventualità e si va dalla rettifica dei confini alla fusione Trapani-Erice e, addirittura, all'allargamento dei confini territoriali con Paceco e Valderice. Non vorrei si facesse confusione, va seguita una sola strada e quanti più possibile assieme. DI tutte queste iniziative solitarie o comunque frammentate, a breve serve arrivare ad averne una sola per iniziare davvero a lavorare concretamente sul progetto. Altrimenti..."