Erice ricorda Sebastiano Bonfiglio, eroe del socialismo

Erice ricorda Sebastiano Bonfiglio, eroe del socialismo

Quello di Sebastiano Bonfiglio “fu un omicidio politico, e non solo per l’alta funzione politica che Sebastiano Bonfiglio rivestiva in quanto componente della Direzione nazionale del Partito Socialista Italiano; fu un omicidio politico anche perché diede soluzione con la violenza ad un problema politico, generale e strategico, di potere, di scontro fra classi: il baronato agrario spalleggiato dalla mafia contro il movimento contadino organizzato nei due partiti, nella Cgil nelle Leghe”.

Lo ha detto l’avvocato Nino Marino, relatore principale al convegno organizzato al Palazzo Sales, a Erice, sul tema “Sebastiano Bonfiglio: eroe del socialismo. Dall’8 maggio 1921 al 10 giugno 1922”.

Si tratta del secondo convegno promosso dal Comitato “Celebrazioni per il Centenario della morte Sebastiano Bonfiglio”, ad un mese di distanza dal primo incontro tenuto a Valderice, ed altri sono previsti nei prossimi mesi in altri comuni dell’agro ericino.

“Sebastiano Bonfiglio, personaggio assai importante per Erice e per tutto il territorio dell’agro ericino, – ha ricordato la sindaca di Erice, Daniela Toscano, in apertura dei lavori – è una figura di straordinaria attualità e sarebbe il caso di farlo conoscere meglio alle nuove generazioni”. Ed anche Nino Marino, che fa parte del comitato storico scientifico per le celebrazioni, ha poi auspicato che attorno al personaggio di Sebastiano Bonfiglio si possa creare il “mito”.

La relazione centrale è stata preceduta anche dalla segretaria provinciale della Cgil, Liria Canzoneri, che ha invitato il Comitato a “voler creare un momento, una iniziativa insieme, per far conoscere questa figura importante del nostro territorio, anche nel mondo sindacale”.

Il presidente del Comitato organizzatore, Giuseppe Coppola, in apertura del proprio intervento, ha ringraziato il Sindaco di Erice, “per la disponibilità e la totale collaborazione”, e gli altri sindaci presenti, Francesco Stabile di Valderice, Roberto Maiorana di Buseto Palizzolo e Giuseppe Scarcella di Paceco, oltre alle diverse autorità intervenute all’incontro. “Questo secondo convegno – ha evidenziato Coppola – viene celebrato qui ad Erice, in quella che ai tempi di Sebastiano Bonfiglio era Monte San Giuliano, dove il 3 di ottobre del 1920 fu eletto Sindaco, primo sindaco Socialista. Data storica il 3 di ottobre del 1920! Dopo secoli di egemonia dei proprietari terrieri e dei latifondisti, il potere passa nelle mani di uno che rappresentava la classe degli operai e dei lavoratori. Ma è un sogno che durerà meno di due anni, perché il 10 giugno del 1922, mentre scende da Monte San Giuliano dopo aver concluso una riunione di giunta, verrà assassinato da mano mafiosa, armata dagli esponenti di quei gruppi di potere che Sebastiano Bonfiglio con il suo lavoro e con la sua opera stava contrastando”.

I lavori sono stati moderati da Gaetano Coppola, segretario organizzativo del Comitato, che infine ha dato appuntamento ai convegnisti per il prossimo novembre a Buseto Palizzolo, in occasione del 120° anniversario della costituzione della Lega contadina.

In conclusione del proprio intervento, l’avvocato Marino ha accompagnato i presenti in un ideale viaggio sulla piana di Ragosia (Valderice) come fece Sebastiano Bonfiglio il 1° Maggio 1922 raggruppando circa trentamila operai e contadini. “Io, questa piana di Ragosia la colgo come un’occasione, – ha affermato – perché su quella piana ci siamo tutti noi; perché tutti noi, intatto trasmetteremo il mito agli altri, ai giovani”. Ed è seguita una lunga lista di uomini, donne, dirigenti di partito, personaggi di cultura, sindacalisti, politici che hanno fatto la storia di questo territorio.

I lavori ad Erice sono stati conclusi da Ugo Intini, esponente storico del Partito socialista italiano, ma dopo il convegno, in una sorta di ideale pellegrinaggio laico, un gruppo di convegnisti ha raggiunto la sala consiliare del Comune di Erice, dove si trova un mezzo busto di Sebastiano Bonfiglio (opera del trapanese Domenico Li Muli), per deporre un mazzo di garofani rossi.

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