Scandalo al cimitero di Trapani, reintegrate le tre imprese escluse dalla White List
Ribaltone nell’inchiesta sul presunto sistema corruttivo al cimitero comunale di Trapani. La Prefettura ha disposto il reintegro nella “White List” di tre imprese funerarie – Dolce Gestione e Servizi di Vito Dolce, quella dei fratelli Giampiero e Giuseppe Colletta, e la ditta riconducibile a Vito Polisano – inizialmente escluse dai servizi cimiteriali per presunti legami con pratiche illecite.
La decisione arriva dopo che il giudice per le indagini preliminari, Giancarlo Caruso, ha accolto le richieste di revoca del divieto di esercizio dell’attività, avanzate dagli avvocati Umberto Coppola, Salvatore Alagna e Giuseppe De Luca, difensori dei tre imprenditori. Un cambio di scenario clamoroso: da presunti attori di un sistema opaco, i titolari delle aziende sono ora considerati persone offese.
Il provvedimento di interdizione risaliva a pochi mesi fa, nel contesto dell’operazione condotta dalla polizia che aveva portato all’arresto di un necroforo del cimitero e di un suo collaboratore. L’inchiesta, coordinata dal PM Sara Morri, aveva scoperchiato un presunto intreccio di favori e irregolarità nelle assegnazioni dei servizi funebri.
Con il reintegro nella White List – elenco antimafia che consente alle imprese di operare in settori pubblici sensibili – le tre ditte tornano ufficialmente in attività. Anche il necroforo arrestato, al centro dell’indagine, è stato rimesso in libertà e reintegrato nel suo ruolo.
Ma la partita giudiziaria non è ancora chiusa. Il pubblico ministero Morri ha impugnato la decisione del Gip. Il caso approderà davanti al Tribunale del Riesame di Palermo il prossimo 25 giugno.

Redazione
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