Dal revenge porn alle fake news, 2020 fitto di indagini per la Polizia Postale

Dal revenge porn alle fake news, 2020 fitto di indagini per la Polizia Postale

È aumentata l’esposizione alle aggressioni della cyber-criminalità, da quando la pandemia ha indotto un maggiore utilizzo della rete per la rimodulazione di quasi tutte le attività, dal lavoro alla scuola, dal tempo libero alla formazione, alle relazioni.

In questo scenario, l’impegno della Polizia Postale e delle Comunicazioni nel 2020 è stato concentrato nella prevenzione ed il contrasto di una serie vasta ed eterogenea di attacchi informatici, con risultati che vengono ora riportati in un dettagliato resoconto a livello nazionale.

Nel territorio trapanese, in particolare, diverse attività investigative hanno riguardato il “revenge porn”, cioè la diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti.

In questo ambito, viene ricordata un’operazione condotta a Marsala e a Petrosino, da parte della Polizia Postale di Palermo e di Trapani, nei confronti di tre uomini di età compresa fra i 30 ed i 36 anni, ritenuti responsabili di revenge porn e di altri reati commessi in danno di almeno sei ragazze. I tre indagati avrebbero ricevuto e divulgato fotografie delle vittime, ex fidanzate o semplici conoscenti, ritratte senza abiti o in pose erotiche, pubblicandole senza il loro consenso su un sito pornografico, all’interno di chat room dedicate allo scambio di materiale sessualmente esplicito. A seguito delle indagini, i presunti responsabili sono stati tutti individuati e sottoposti a perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica di Marsala.

Sempre nel territorio trapanese, una donna di anni 34, ad inizio del 2020 aveva formalizzato una querela nei confronti dell’uomo con cui aveva instaurato una relazione sentimentale (intrapresa virtualmente perché lui risiede a Nuoro) che non riusciva però a terminare. L’uomo, non rassegnandosi alla fine della relazione, avrebbe iniziato a perseguitare la donna in vari modi, anche minacciandola di divulgare il materiale a sfondo sessuale, tra audio e video, che i due avevano realizzato durante la relazione a distanza. A conclusione delle indagini, svolte dalla Polizia Postale di Trapani con il coordinamento della Procura di Marsala, la Sezione di Nuoro ha dato esecuzione alla misura degli arresti domiciliari nei confronti dell’indagato.

L’attività di prevenzione e contrasto al revenge porn, a livello nazionale, ha fatto registrare 126 casi trattati e 59 denunciati, mentre sono 2.234 i casi di diffamazione online con 906 persone denunciate; 143, invece, sono stati i casi di stalking, con 7 arrestati e 73 denunciati, e 636 i casi trattati in materia di “sextortion”, l’attività illegale che utilizza lo strumento informatico per costringere le vittime a pratiche sessuali e al pagamento di somme di denaro in cambio della mancata divulgazione di immagini, video e conversazioni compromettenti. In quest’ultimo ambito, le indagini hanno portato ad un arresto e a 36 denunce. Anche nella repressione dei reati di minacce e molestie, sia attraverso i social network sia con “mezzi tradizionali”, massimo è stato l’impegno della Polizia Postale con 1.001 casi trattati, 2 arrestati e 270 denunciati.

Dall’inizio della pandemia, la Polizia Postale ha intensificato il monitoraggio della rete con lo scopo di scongiurare anche l’aumento di reati relativi allo sfruttamento sessuale dei minori online, determinato dalle misure restrittive in vigore.

«È stato svolto un lavoro di valutazione settimanale dei dati relativi alla vittimizzazione dei bambini e dei ragazzi in rete, al fine di monitorare la minaccia cibernetica in un momento di fragilità emotiva nazionale» è spiegato nel resoconto, ricordando che «con la sospensione delle attività scolastiche e la conseguente attivazione della didattica a distanza per tutti gli Istituti, molteplici sono state le segnalazioni relative a episodi di intrusione nelle piattaforme dedicate alla formazione degli studenti. La Polizia Postale ha svolto un assiduo monitoraggio anche sulle app di messaggistica istantanea, al fine di individuare i responsabili degli accessi non autorizzati, accertando la presenza di gruppi dedicati. Le condotte delittuose che hanno registrato un incremento di circa il 110% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, riguardano i reati relativi allo sfruttamento sessuale dei minori online e dell’adescamento di minori online, per i quali sono stati eseguiti 69 arresti e denunciate 1.192 persone».

Nell’ambito delle truffe online, nel corso del 2020 sono stati trattati complessivamente 98.000 casi. In particolare, sono stati riscontrati numerosi casi di vendita di dispositivi di protezione individuale, attraverso la proliferazione di parecchi siti di e-commerce truffaldini dedicati al commercio di mascherine, guanti e liquidi igienizzanti, in considerazione della ricerca pressante di questi prodotti nel  periodo iniziale della pandemia.

«Sono state anche raccolte numerose segnalazioni e avviate altrettante attività di indagine, inerenti le false raccolte fondi, poste in essere attraverso siti web apparentemente riconducibili ad enti ospedalieri o accreditate da falsi patrocini di Istituzioni o Enti Pubblici» è sottolineato nel resoconto annuale. Il modus operandi dei cyber criminali era semplice: facendo leva sul diffuso sentimento di vicinanza della popolazione al personale medico ed infermieristico impegnato nella lotta al Covid 19, si dava la possibilità di effettuare dei versamenti di denaro o bonifici su Iban legati a conti correnti o carte ricaricabili attivati ad hoc.

«Inoltre, è stato osservato, contemporaneamente alla chiusura dei luoghi di lavoro a seguito dell’introduzione delle misure di contenimento del virus, un incremento del fenomeno dei falsi annunci di lavoro, che racchiude – viene ricordato – variegate condotte criminose, talune dirette a conseguire profitti illeciti (denaro, identità digitale e dati sensibili), altre tese ad esporre il cittadino che, inconsapevole del disegno criminoso, presta la sua opera per la realizzazione di delitti come il riciclaggio di denaro, a gravi conseguenze sul piano giuridico, familiare e sociale».

É stata implementata l’attività di contrasto al diffuso fenomeno del falso trading online (358 casi trattati con oltre 20 milioni di euro di danno) che ha visto aumentare a dismisura la perdita di ingenti capitali verso Paesi esteri, con la prospettiva di facili guadagni derivanti da investimenti “sicuri”.

«Particolare attenzione viene costantemente rivolta anche al fenomeno della “disinformazione”, con un impegno ancor maggiore nel contesto emergenziale vissuto a causa della diffusione del virus Sars-Cov2» precisa la Polizia Postale, evidenziando «la crescente proliferazione delle cosiddette fake news, sovente caratterizzata da un potenziale impatto negativo sulla salute pubblica e sulla corretta ed efficace comunicazione istituzionale» che ha imposto di innalzare i livelli di attenzione per un efficace contenimento del fenomeno.

«L’azione di contrasto attuata, rispetto alle varie fenomenologie delittuose che hanno caratterizzato la fase dell’emergenza Covid-19 (talora agevolate dalla diffusione di false notizie e/o informazioni), è stata quindi realizzata, non soltanto sotto il profilo della repressione dei reati tentati o consumati, ma anche nell’ottica di interventi di tipo preventivo, tesi a veicolare alla cittadinanza le informazioni utili per contenere ed impedire le condotte delittuose sopra richiamate. In tale direzione – si legge ancora nel resoconto annuale – il potenziamento dell’operatività del Commissariato di PS online ha permesso di innalzare i livelli di interazione con i cittadini, i quali, in una situazione di emergenza sanitaria, hanno mostrato un accresciuto bisogno di strumenti idonei a garantire rapidi ed efficaci riferimenti istituzionali a cui poter indirizzare le proprie segnalazioni e le proprie preoccupazioni e da cui poter apprendere informazioni corrette, utili anche a prevenire il consumarsi di condotte delittuose». Al riguardo, dall’inizio dell’emergenza Covid-19, sono stati individuati 136 eventi riconducibili al fenomeno della disinformazione, rispetto ai quali è stato predisposto uno specifico alert funzionale alla veicolazione delle corrette informazioni.

Le attività svolte dalla Polizia Postale sono ancora molte altre e riguardano anche ambiti come gli attacchi informatici ed il terrorismo.

Per chi cerca informazioni o vuole fare segnalazioni, il portale del Commissariato di P.S. online è divenuto il punto di riferimento specializzato: «Uno strumento agevole che consente al cittadino, da casa, dal posto di lavoro o da qualsiasi luogo si desideri, di entrare nel portale ed usufruire dei medesimi servizi di segnalazione, informazione e collaborazione che la Polizia Postale e delle Comunicazioni quotidianamente ed ininterrottamente offre agli utenti del web. Di particolare importanza sono le segnalazioni giunte anche sul sito del Commissariato di P.S. on-line per i reati di cyberbullismo, perpetrati da studenti nei confronti di compagni di scuola e non, attraverso i social media, con atti denigratori e diffamatori; alcune attività sono sfociate nell’emissione di provvedimenti di ammonimento anche al fine di responsabilizzare i minori autori del reato».