Prima domenica di messa dopo il lockdown

Intervista a padre Boniface Nkurunziza, parroco di Crocci e Chiesanuova

Prima domenica di messa dopo il lockdown

di Giusy Lombardo

 

Oggi è la prima domenica, dopo il Lockdown, in cui si è tornato a celebrare la Santa Messa in presenza dei fedeli, con l’adozione di rigorose norme igieniche per il contenimento della pandemia.

Una chiacchierata a cuore aperto con padre Boniface Marie Nkurunziza, attuale parroco delle comunità di Crocci e Chiesanuova e delle rispettive chiese, San Pio X e Maria SS Immacolata.

«Quest’oggi, per me – ci ha confessato padre Boniface, con gli occhi colmi di commozione  – è un nuovo inizio, una occasione di rinascita per la comunità. Purtroppo, non potranno partecipare in tanti perché le postazioni sono state ridotte. Ma ritornare è un segno positivo. Significa che il Signore è ancora vivo, è presente nonostante  ci siano questi momenti di buio e di sofferenza. Il Signore ancora si fa conoscere attraverso questo nuovo inizio, che permette la partecipazione della comunità, dopo qualche mese di distacco».

Come ha vissuto questo periodo di lontananza dai suoi fedeli?

«C’è stato un momento di sofferenza. Sono sempre stato un prete abituato a vivere con la gente, a condividere momenti di convivialità. In particolare, la celebrazione è sempre stata un momento di gioia. Ne ho sofferto tanto. Ma è stata anche un’occasione per imparare ad utilizzare i Mass Media. È stato davvero strano celebrare in diretta streaming, ma era un modo unico per restare vicini alla comunità. Quando si celebra la santa Messa, è ovvio e naturale che sia il popolo a rispondere ed interagire. Ecco, in questo periodo non è stato possibile, dovevo interagire con me stesso per portare avanti la celebrazione e non è stato per niente facile. Ma ce l’abbiamo fatta. La cosa più importante è che la comunità sia rimasta in salute».

Quali saranno le nuove modalità della celebrazione?

«Prima di entrare in Chiesa bisognerà munirsi di guanti e mascherine, continuare a mantenere la distanza di sicurezza. Io terrò la mascherina nei momenti in cui sarà inevitabile avvicinarci al popolo, come nel momento dell’Eucarestia. Abbiamo comunicato alla comunità di munirsi di un piattino sotto tazza su cui adagiare il Corpo di Cristo ed evitare quindi il contatto diretto tra il parroco e il singolo fedele. Inoltre, i banchi sono stati assegnati. Di per sé, la chiesa di Chiesanuova avrebbe accolto 100 persone, adesso ci saranno soltanto 30 persone. Mi dispiacerà molto per coloro che non potranno seguirla».   

Il vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli nei giorni scorsi ha emanato, infatti,  un decreto con le disposizioni relative alla Diocesi di Trapani in base al protocollo siglato il 7 maggio scorso dalla CEI con il presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno. Ove possibile, si celebrerà all’aperto. Tutti i fedeli che si recheranno in chiesa per la preghiera personale e la partecipazione alle celebrazioni liturgiche dovranno essere forniti di mascherine e guanti e dovranno igienizzare le mani davanti all’ingresso con il liquido igienizzante che sarà messo a disposizione dai parroci che provvederanno anche a tenere vuote le acquasantiere e ad igienizzare locali e suppellettili. Per quanto riguarda i riti di Comunione:  si continuerà ad omettere lo scambio di pace e non si svolgerà la processione verso l’altare.

 

«In questi mesi difficili l’uomo ha visto vacillare la sua Fede, ma voglio dire a tutta la mia comunità e non solo, che il Signore ci mette alla prova ma non uscirà mai dalle nostre case. Soprattutto, ci darà la forza di ritrovare il sorriso». 


Prima domenica di messa dopo il lockdown