I dati falsati per evitare la zona rossa e le conversazioni shock: «Dati in calo in rianimazione perchè ce li scotoliamo»

I dati falsati per evitare la zona rossa e le conversazioni shock: «Dati in calo in rianimazione perchè ce li scotoliamo»

Dati manipolati, stravolti, al solo scopo di scongiurare la zona rossa. Era necessario spalmare, aggiustare, aggiungere, stringere, per evitare nuove chiusure. Un vero e proprio "disegno politico scellerato" lo ha definito il gip Caterina Brignone. Non casi isolati. Sono oltre una quarantina gli episodi contestati nelle oltre 200 pagine dell'ordinanza e confermati dalle intercettazioni. Tutto passava dalle mani della dirigente regionale al dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico Maria Letizia Di Liberti, finita ai domiciliari assieme ad altre due persone, che avrebbe agito - secondo la procura di Trapani - con l'avallo dell'assessore regionale alla sanità Ruggero Razza, oggi dimissionario, che messo al corrente degli artifizi utilizzati per falsare i numeri non avrebbe contestato la gestione anomala dei dati da trasmettere all'Istituto Superiore di Sanità. Ad essere manipolati non solo i numeri dei contagi ma anche il numero dei tamponi e dei decessi. 

Il quattro novembre del 2020 la Sicilia diventa zona arancione. Una decisione che aveva sollevato parecchie proteste sull'Isola. La stessa sera la Di Liberti parlando al telefono con il vicario capo di gabinetto dell'assessore Razza, Ferdinando Croce, (indagato) riferisce la preoccupazione per l’andamento negativo dei dati pandemici che ha fatto transitare la Regione Sicilia dalla zona “gialla” a quella “arancione”. "Ora mi chiamò Ruggero, dice, domani mattina rivediamo tutti i parametri da una settimana all’altra e vediamo effettivamente qual è il parametro che ci ha fatto scattare l’arancione, per capire magari come procedere. Perché il problema fondamentale è se diventiamo completamente zona rossa". La funzionaria poi aggiunge "In pratica il problema sono i positivi che sono aumentati in maniera incredibile. Perché ti devo dire, che l’andamento della terapia intensiva, non è stato così repentino, assolutamente". "La terapia intensiva diminuisce perché ce li scotoliamo", (perchè tanto muoiono) risponde in tono sarcastico (si legge nell'ordinanza) Croce. I due, discutono anche se effettuare i tamponi a tutti i ragazzi che rientrano dal Nord. Più tamponi vuol dire più probabili positivi. 

Il 24 dicembre del 2020 la Di Liberti lamenta al telefono con il nipote e funzionario della Regione Salvatore Cusimano (ai domiciliari) il rapporto tra il numero dei tamponi molecolari e i positivi superiore al 10 per cento. "7500 ti vanno bene tamponi?" chiede Cusimno. "Fai a 8100, per lo meno abbiamo il 10%, cerchiamo di evitare di andare troppo sopra il 10", risponde la dirigente. "Vabbè un numero che viene, vabbè sparigi", chiosa infine il nipote. 

Lo scorso 19 marzo i dirigenti entrano nel panico. Vengono scoperti 228 positivi mai comunicati dall'Ospedale Cervello di Palermo. "Ma che dici? ma che dici? No , scusa non può essere...se sono questi i dati definitivi, Palermo va in zona rossa subito subito! Subito!", esclama la Di Liberti parlando al telefono con Salvatore Cusimano. I numeri vengono così aggiustati abbassando i dati dei positivi e aumentando il numero dei tamponi. 

Le conversazioni hanno tutte lo stesso tenore, quello che contava era mantenere il valore, tra tamponi effettuati e numero di soggetti positivi, al di sotto della soglia percentuale del 10 %.