Incredulità dopo l'arresto del manager dell'Asp di Trapani, Fabio Damiani, coinvolto nell'operazione "Sorella Sanità"

Incredulità dopo l'arresto del manager dell'Asp  di Trapani, Fabio Damiani, coinvolto nell'operazione

Incredulità. Questo il sentimento che circola nel palazzo di via Mazzini, sede dell'Asp di Trapani. Tra gli arrestati dell'operazione "Sorella Sanità" messa a segno dalla Guardia di Fiannza di Palermo c'è anche il manager dell'Asp di Trapani Fabio Damiani. Dodici le misure cautelari eseguite su richiesta del Gip per corruzione, rivelazione di segreti d'ufficio e turbata libertà degli incanti. Al centro dell'attenzione degli investigatori quattro gare d'appalto per un totale di 600 milioni di euro. Ai domiciliari è finito Antonino Candela, l'uomo scelto da Musumeci per coordinare il comintato tecnico scientifico che assiste il Governo nell'emergenza Covid19. In carcre il direttore dell'Asp di Trapani, Fabio Damiani e il faccendiere agrigentino Salvatore Mangarano. Ai domiciliari, oltre a Candela anche il faccendiere Giuseppe Taibbi, ritenuto riferimento di Candela, l'amministratore delegato di "tecnologie sanitarie spa", Francesco Zanzi, ilresponsabile operativo della società Roberto Satta, il responsabile operativo per la Sicilia Siram spa e amministratore delegato di Sei Energia scral, Angelo Moltisanti, Crescenzo De Stasio 49enne direttore unità business centro sud di Siram; Ivan Turola, ritenuto referente occulto di Fer.Co. srl e Salvatore Navarra 47enne presidente del cda di Pfw Spa. Per Giovanni Tranquillo, catanese, considerato referente occulto di Euro e Promos spa e Pfe spa e Giuseppe Di Martino, ingegnere e commissario di gara, è stato invece applicato il divieto temporaneo di esercitare attività professionali e pubblici uffici. L'inchiesta ha portato al sequestro di sette società tra Sicilia e Lombardia e di 160 mila euro, ritenuta la somma versata per le tangenti mentre altre, per un totale di 1,8 milioni di euro erano state promesse. Nel mirino dei finanzieri, anche le gare gestite dalla centrale unica di committenza della Regione Siciliana e dall'Asp 6 di Palermo. Nell'inchiesta è coinvolto anche il deputato regionale Carmelo Pullara, eletto nelle file della lista popolari e autonomisti. Pullara avrebbe spinto per un trattamento di favore verso un'impresa.